Gran Bretagna, nuova frontiera del vino
Durante una degustazione alla cieca alcune etichette del Regno Unito hanno prevalso addirittura su alcune maison dello Champagne. Da record la vendemmia 2023.
Chi l’avrebbe detto, solo qualche anno fa, che anche la Gran Bretagna sarebbe diventata un Paese produttore di vino di alta qualità?
Per la verità già una decina d’anni fa ero rimasto sopreso, durante una degustazione alla cieca, a Verona, del livello qualitativo di alcuni spumanti metodo classico made nel Regno Unito.
La conferma si è avuta anche di recente quando una giuria di esperti ha proclamato l’Hambledon Classic Cuvée, lo spumante inglese prodotto in uno storico vigneto dello Hampshire, il miglior sparkling wine nel confronto con 12 etichette di Champagne e spumanti.
La Classic Cuvée Hambledon si è imposta su nomi famosi come le maison Pol Roger, Veuve Clicquot e Taittinger, oltre a cinque Champagne di piccoli vignerons francesi.
Quell’antico vigneto di Hambledon (Hampshire) culla del criket
Lo spumante inglese Hambledon Classic Cuvée è prodotto esclusivamente nella tenuta Hambledon in un villaggio famoso anche per essere la culla del cricket. Nasce da un blend di Chardonnay (70%), Pinot Meunier (20%) e Pinot Noir (10%).
In Gran Bretagna la viticoltura di qualità (3.800 ettari) si colloca tra il 30° e il 50° parallelo. L’Inghilterra del Sud, dove sono dislocati i vigneti più pregiati, si trova al 51° parallelo, quasi al limite.
Limite che dopo i recenti cambiamenti climatici si sta spostando verso Nord.
Lo si avverte anche nella maturazione delle uve visto che fino agli anni Novanta del secolo scorso le gradazioni alcoliche naturali non superavano gli 8 gradi, mentre dal 2000 non sono mai state inferiori ai 10 gradi.
Le principali uve coltivate in Inghilterra in origine erano il Müller–Thurgau, il Seyval Blanc, il Dornfelfder, il Madeleine Angevine, il Bacchus, il Reichensteiner.
Successivamente sono state introdotte le varietà classiche: Pinot Noir, Chardonnay e Pinot Meunier che costituiscono la base per la produzione della maggior parte degli spumanti.
La Gran Bretagna festeggia un’annata record con 22 milioni di bottiglie
Mentre Italia e Francia hanno registrato una vendemmia 2023 problematica con cali vistosissimi determinati da condizioni climatiche avverse e il riapparire di molte malattie (pernospera in particolare), la Gran Bretagna, pur partendo da volumi bassissimi, può festeggiare un’annata record.
La stima dell’associazione Wines of Great Britain (WineGB), l’associazione che abbraccia oltre 450 produttori inglesi e gallesi, parla di 22 milioni di bottiglie, cifra che supera la vendemmia del 2018 quando furono 13 milioni le bottiglie prodotte.
Certamente i numeri della Gran Bretagna sono poca cosa rispetto a quelli prodotti dalle super potenze del vino mondiale. Basti pensare che Francia e Italia producono, rispettivamente, 45,8 e 43,9 milioni di ettolitri di vino secondo l’Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino.
Comunque le cifre rese note dall’associazione Wines of Great Britain ci mostrano una realtà dinamica e con un interesse crescente verso il vino.
La superficie coltivata – dicevamo – è stimata in 3.800 ettari contro i 1.677 del 2017 quando si produssero 5,3 milioni di bottiglie.
Non è un caso che sono cresciute anche le “vendemmiatrici” per le operazioni di raccolta.
La vendemmia 2023 favorita da condizioni climatiche ottimali
La vendemmia 2023 in Gran Bretagna è stata sicuramente favorita da un andamento climatico ottimale: le quattro uve principali (Bacchus, Chardonnay, Pinot Meunier e Pinot Nero) hanno avuto una performance notevole. Vedremo se la spinta produttiva andrà di pari passo con quella dei consumi.
Come riporta anche il magazine Uk “The Drink Business“, tre quarti della produzione dei viticoltori inglesi sono destinati alla produzione di spumante.
La quantità di bollicine della vendemmia 2023 che entrerà nelle cantine quest’anno sarà di 16,5 milioni di bottiglie. Anche se si tratta di una piccola parte dei 100 milioni di bottiglie di Prosecco che gli inglesi consumano ogni anno, la produzione inglese di spumante di questa annata rappresenta quasi il 60% delle vendite di Champagne nel Regno Unito, che, nel 2022, ammontavano a 28 milioni di bottiglie.
Oltre al Barolo, l’Inghilterra riscopre i vini del Trentino Alto Adige
Nel frattempo è da registrare che gli inglesi oltre al Barolo e al Barbaresco, intramontabili, e ai tradizionali vini piemontesi come la Barbera, la Freisa, l’Arneis e il Grignolino (presenti nelle carte dei vini di molti ristoranti stellati e di medio-alto livello), stanno riscoprendo sempre più anche i vini del Trentino Alto Adige, soprattutto grazie all’eleganza del Pinot Grigio, alla ricchezza del Teroldego, ma anche alla assoluta novità di vini meno conosciuti come il Kerner e la Schiava.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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