A G.R.A.S.P.O. il premio speciale per la ricerca e la biodiversità del Corriere della Sera
“Un premio a chi onora la biodiversità, questa associazione dimostra e conferma che la ricchezza viticola dell’Italia non ha paragoni nel mondo, il recupero dei vitigni del passato serve a salvare la biodiversità in questo settore dell’agricoltura italiana”.
Con questa motivazione Luciano Ferraro, vice direttore del Corriere della Sera, e James Suckling uno dei critici enologici più noti ed autorevoli al mondo, curatori per il Corriere della sera della guida “ I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2024” hanno dedicato il premio speciale per la ricerca e la biodiversità a GRASPO l’associazione fondata da tre enologi Aldo Lorenzoni, Luigino Bertolazzi, Giuseppe Carcereri De Prati e dal fotografo Gianmarco Guarise.
“La guida di quest’anno è un omaggio alla capacità di piccoli vignaioli e grandi produttori di fare squadra, di trovare strade comuni per rispondere ai grandi problemi del momento, sottolinea Ferraro nella presentazione della guida, per questo, tra i premiati abbiamo scelto soprattutto associazioni e gruppi di imprenditori o di appassionati.
Niente premi alla carriera, ma riconoscimenti alla solidarietà, alla resistenza, alla comunione di intenti”.
Ferraro nella guida ripercorre anche la genesi dell’associazione Graspo ricordando che “Il nome, nel dialetto veneto, significa grappolo.
L’associazione, con base veronese, l’ha scelto come acronimo di Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione della Originalità e biodiversità viticola. Lo scopo è far tornare in vita, producendo mini quantità di vino, i vitigni finiti nell’oblio.
I fondatori sono Aldo Lorenzoni, ex direttore del Consorzio del Soave e Luigino Bertolazzi, enologo. Invece di ritirarsi in pensione, la «coppia di fatto» dei vitigni perduti si è data da fare e ha prodotto decine di ricerche su vitigni dimenticati: Brepona, Pelara, Pontedara e Turchetta, solo per citarne alcuni.
L’associazione dei cacciatori di vitigni ha debuttato al Vinitaly del 2023, ma la ricerca di piante antiche è iniziata un ventennio fa, quando Lorenzoni e Bertolazzi si sono occupati della Saccola, un vitigno a bacca rossa trovato a 700 metri di altitudine in un vecchio vigneto”.
La vera sostenibilità in vigna parte dalla tutela e dalla salvaguardia della biodiversità viticola di ogni territorio.
Questo in sintesi il messaggio forte, che anima da sempre l’operatività dell’Associazione G.R.A.S.P.O e che emerge con forza anche in questa guida dove tutte le aziende premiate sottolineano le loro azioni “verdi” in vigna ed in cantina.
Un messaggio concreto ed attuale validato da tre anni di ricerca in tutta Italia, incontrando oltre 200 produttori custodi ascoltando le loro storie di preservazione e salvaguardia di antichi vitigni a
rischio estinzione, di storiche forme di allevamento della vite o difensori di vigne ultra centenarie aggrappate a case o muri, monumenti viventi e mute testimoni della storia vera di comunità e territori.
Un percorso che ha portato l’Associazione a vinificare direttamente oltre 100 di queste antiche varietà dalle Dolomiti all’Etna, rendendole disponibili per una valutazione organolettica a produttori, enologi appassionati e giornalisti e scoprendo 10 varietà mai conosciute.
Finalmente reso concreto anche dalla iscrizione al Registro del Ministero della prima varietà di Graspo, la Brepona un vitigno a bacca bianca finora sconosciuto, ma di grande carattere come confermano tre anni di microvinificazioni e le parole commosse del suo custode Antonio Tebaldi.
Testimonianza concreta di questa incessante attività di ricerca e divulgazione è il testo :”La Biodiversità Viticola, i custodi, i vitigni, i vini” dove sono raccolte 60 storie di autentico eroismo e di attaccamento ai valori veri della viticoltura, non grandi aziende ma grandi persone.
Un percorso validato anche da Monica Larner, una delle più qualificate giornaliste internazionali del vino,
che in un suo recente articolo proprio sul Corriere della Sera scrive: “ Il grande vantaggio competitivo del vino italiano è quello di essere inimitabile perché la diversità genetica che troviamo in Italia gli assicura una prerogativa significativa davanti ai cambiamenti climatici.
Nascosto in qualche angolo di questo caotico vivaio esiste certamente il seme provvidenziale che produrrà vitigni resistenti alla siccità, al calore e all’umidità”.
Testimonianze forti che spingono GRASPO a consolidare il percorso fatto anche attraverso nuovi progetti come RITORNO, che generato dall’Azienda Sassotondo di Pitigliano in Toscana ha vinificato e prodotto 200 magnum numerate di Etna Bianco Superiore, provenienti dalla contrada Caselle in comune di Milo, con lo scopo di rilanciare la ricerca per la salvaguardia dei vitigni storici dell’Etna.
I proventi delle vendite di queste esclusive bottiglie, curate e gestite da Proposta Vini, andranno a finanziare attraverso le iniziative tecniche e promozionali di Graspo la ricerca dell’Università di Catania sulle cultivar autoctone da custodire, salvaguardare e da far riemergere nella storia della viticoltura dell’Etna.
La conferma che la vera sostenibilità in vigna parte dalla salvaguardia della biodiversità viticola di ogni territorio.
Il viaggio continua…
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Foto di Gianmarco Guarise
Ci trovate su:
Facebook e Instagram, alla voce Associazione Graspo
www.graspo.wine
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