A Camerino la festa del torrone
La città ducale, sede di un’antica università, colpita sette anni fa da un disastroso terremoto, riparte con un evento dedicato al suo prodotto più tipico
Tristezza mista a smarrimento, ma al tempo stesso fiducia nella caparbietà dei marchigiani di scommettere sul futuro, bruscamente interrotto dal disastroso terremoto del 2016.
Sono i sentimenti che ho provato visitando due anni fa Camerino, sede di una delle più antiche università italiane (fu fondata nel 1336).
Tristezza entrando, assieme al sindaco Roberto Lucarelli, al rettore Cluadio Pettinari e al direttore di Tipicità Marche Angelo Serri, nella «zona rossa» del centro storico. Silenzio spettrale e desolazione. Gli antichi palazzi puntellati e sorretti da tiranti d’acciaio. Le chiese, i campanili, il teatro, il vescovado imbragati.
L’antica (1336) università e il ruolo internazionale di faro culturale
Sono tornato nei giorni scorsi e la nobile città ducale sta gradualmente riconquistando la sua caratteristica fisionomia di centro storico e campus universitario a tutto tondo. Famosa nel mondo per la sua antica Università, infatti, non si è mai fatta sopraffare dagli eventi avversi, continuando a svolgere il ruolo importantissimo di faro culturale.
Il sindaco: “Avviata la ricostruzione, ora possiamo ripartire”
“Stiamo operando un rilancio della città e con essa dell’intero comprensorio –
ha ribadito Roberto Lucarelli, sindaco della città – ed ora che finalmente la ricostruzione sta
procedendo, i tempi sono maturi per pensare ad una promozione in grande stile, capace di
captare flussi di visitatori interessati ad un turismo fatto soprattutto di esperienzie.”
“Lo facciamo ripartendo dall’enogastronomia, un attrattore di straordinaria potenza che vogliamo utilizzare come traino delle altre nostre molteplici risorse storiche, artistiche, culturali, naturalistiche, paesaggistiche, ambientali e folkloristiche.”
Il rilancio dell’enogastronomia: dai salumi ai formaggi, dai tartufi ai vini
Effettivamente il patrimonio della città è estremamente interessante e quello gastronomico,
con il quale l’amministrazione comunale intende operare il rilancio, non è sicuramente da
meno, disponendo di un paniere di prodotti di notevole appeal: tartufi, funghi, carni bovine
ed ovine, legumi e cereali biologici, formaggi, pasta e salumi, tra i quali spicca il ciauscolo,
un esclusivo salame a pasta molle che è nato proprio qui e che rappresenta un’icona della
gastronomia marchigiana nel mondo. Altra icona è il Verdicchio di Matelica, il vino bianco
più premiato dalle guide italiane e internazionali del settore.
Il torrone, un dolce peccato di gola dalle antiche (1793) origini
Il prodotto che la città ha eletto a suo simbolo è il “Torrone di Camerino”, una
tipicità molto radicata nella tradizione locale che non è mai mancato dalla tavola natalizia e
che tradizionalmente veniva realizzato in ogni casa. Le sue origini vanno ricercate molto
indietro nel tempo, ma il primo documento ufficiale che cita il vocabolo “torrone”,
riferendosi specificatamente alla specialità giunta fino ai nostri giorni, è datato 1793, anno
al quale risale un atto depositato presso il notaio camerte Stefano Ricci che cita, appunto,
il goloso dolce natalizio.
Sabato l’anteprima della grande Festa del Torrone dell’Epifania
Nel pomeriggio di sabato 28 ottobre si svolgerà “Aspettando la Festa del Torrone”, un
evento che anticipa la manifestazione che tradizionalmente si tiene nel giorno
dell’Epifania. A partire dalle 16.30, all’interno del “Sottocorte Village”, inizierà il Mercatino
di Campagna Amica, mentre alle 18 Beppe Convertini darà vita ad un cooking talk
show nel corso del quale si esibirà il famoso chef Max Mariola. Seguirà una degustazione di
torrone di Camerino.
Il giorno seguente, domenica 29, passeggiata al Convento dei Cappuccini di Renacavata,
prima dimora dell’ordine religioso, con pranzo a base di piatti tipici della tradizione marchigiana. Qui il 3 luglio 1528, con bolla pontificia di Papa Clemente VII, fu fondato l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
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