La cucina italiana numero 1° nel mondo
E’ la più apprezzata e votata al mondo secondo un Istituto di statistica. Al secondo posto la Grecia, terza la Spagna. Seguono Giappone, India, Messico, Turchia e Stati Uniti. La Francia è nona. Il Ferragosto degli italiani sarà all’insegna della tradizione e della sobrietà a tavola.
La cucina italiana si conferma superstar. Secondo la classifica internazionale della “World of Statistics”, portale specializzato in statistiche, la nostra cucina è la più apprezzata e votata al mondo.
Con un punteggio di 4.72, la cucina italiana con il suo ricchissimo patrimonio enogastronomico vanta il primato mondiale grazie alle migliaia di ricette e specialità regionali. Un patrimonio che, come noto, è candidato ufficialmente per il riconoscimento come Patrimonio Culturale dell’Unesco.
La cucina francese si deve accontentare del nono posto, 10° il Perù
La Grecia si piazza al secondo posto, totalizzando un punteggio di 4.68. A seguire troviamo la cucina di Spagna, Giappone, India, Messico, Turchia e Stati Uniti. La Francia si deve accontentare del nono posto, seguita da Perù, Cina, Brasile e Portogallo.
La classifica è stata stilata mettendo insieme i singoli punteggi relativi a ingredienti, piatti e bevande. Nelle classifiche di “World of Statistics” vengono messi in fila, tra il serio e il faceto, una pluralità di temi, dalla cucina all’economia, dallo sport ai social media.
E il Ferragosto degli italiani sarà all’insegna della tradizione e della sobrietà
E a Ferragosto quali saranno le preferenze degli italiani per festeggiare la tradizionale festività di metà estate?
La risposta: meno tataki e più parmgiane che hanno fatto grande la cucina italiana. E’ quanto prevede un sondaggio di WineNews. “Sarà una festa gioiosa, all’insegna della buona tavola e della sobrietà, più che delle abbuffate di una volta.
Sarà una festa all’insegna della tradizione con meno tataki e più parmigiane di melanzane.
O se preferite, gli gnocchi al sugo di papera, il pollo con i peperoni o le classiche grigliate, lo spiedo e per finire in gloria il melone e l’anguria: sono alcuni dei piatti regionali più tipici del Ferragosto 2023.”
A tavola brinderemo con le bollicine made in Italy, i bianchi, i rosati e i vini rossi
Gli italiani stanno riscoprendo i cibi di una volta, quelli che hanno fatto grande la cucina italiana, la cui candidatura a Patrimonio Immateriale dell’Unesco è la presa d’atto di come il cibo è cultura e lo specchio della società, capace di raccontarci anche ai nostri giorni e soprattutto in queste occasioni.
E il vino? Dalle bollicine ai bianchi, dai rosati ai vini rossi pronti per l’occasione, il vino la farà da padrone in barba a tutte le prediche che parlano continuamente degli effetti sulla salute e che dimenticano che per gli italiani è l’essenza della festa. Non a caso, la nostra religione ha un Dio che si trasforma in vino.
Ecco come sarà il nostro Ferragosto a tavola secondo Marino Niola, professore di Antropologia dei Simboli, Antropologia delle Arti e della Performance e di Miti e Riti della Gastronomia Contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, scrittore e giornalista che, a WineNews, ricorda il ruolo che il cibo ed il vino hanno in una delle festività più attese ed amate, sinonimo di relax e di vacanza, buon cibo e sano divertimento, in famiglia o con gli amici, nel giardino di casa o nelle tante mete delle gite fuori porta.
Una festa sacra e profana che ha origini molto antiche: le Feriae Augusti
Una festività che più di ogni altra è sacra e profana, e che ha origini molto antiche, risalenti all’epoca romana, quando l’Imperatore Ottaviano Augusto istituì, nel 18 a.C. le Feriae Augusti (riposo di Augusto), da cui prende il nome, per festeggiare il periodo di riposo dopo la fine dei lavori agricoli nei campi, che aveva origine dalla tradizione dei Consualia, le feste dedicate a Conso, dio della terra e della fertilità, con corse di cavalli e pali, come ricorda il “Palio dell’Assunta” che si corre a Siena il 16 agosto.
La data del 15 agosto si deve alla Chiesa Cattolica, che volle far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria.
A fare il resto, ci hanno pensato il cinema – “Il sorpasso”, film-capolavoro del 1962 di Dino Risi con Vittorio Gassman, Catherine Spaak e Jean-Louis Trintignant inizia “nella Roma deserta di un Ferragosto qualunque …”, sullo sfondo della quale è ambientato anche
“Un sacco bello” diretto e interpretato nel 1980 da Carlo Verdone, o il “Pranzo di Ferragosto” di Gianni Di Gregorio, acclamato alla Mostra del Cinema di Venezia, nel 2008, e diventato un cult – la letteratura, dai cartocci e le bottiglie degli “Scherzi di Ferragosto” di Alberto Moravia al Ferragosto nelle Langhe di Beppe Fenoglio, la musica, con le immancabili hit dell’estate e la cucina.
Il cibo e il vino sono i due elementi imprescindibili della festa di Ferragosto
Il cibo e il vino sono gli elementi imprescindibili del Ferragosto.
Lo sono sempre stati perché le feste cristiane, come l’Assunta il 15 agosto, sono sempre state contrassegnate dai banchetti, così come i matrimoni o i battesimi –
ha spiegato a WineNews, Elisabetta Moro, professoressa di Antropologia Culturale all’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, scrittrice e giornalista – e tutte le feste cristiane sono dei banchetti perché sono il ricordo di fondo del banchetto dei banchetti: l’Ultima Cena.
E Ferragosto è anche un po’ l’ultima cena dell’estate, l’occasione per salutarci con gli amici, per cui si finisce sempre per fare delle lunghe tavolate, dove cibo, vino e dolci hanno un grande ruolo.
Che è quello di tenere insieme le persone in allegria e di consentire una certa rilassatezza dei costumi, per cui si è meno timidi ed impacciati, e più affettivi.
Viene fuori, cioè, quella parte di noi che le buone maniere tengono un po’ contratta e ingabbiata, mentre in questa occasione finalmente ci liberiamo di tante inibizioni.
Un’occasione che ci ricorda come il valore più importante che distingue da sempre l’italianità, anche in epoche in cui bastava poco, è la convivialità.
Buon Ferragosto a tutti. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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