Pontedara, Liseiret ed Ottavia a Sprea per un ritorno al futuro
“I tanti progressi di conoscenza maturati recentemente sulla biodiversità e sull’evoluzione varietale viticola si devono anche ai nuovi strumenti di analisi messi a disposizione della ricerca dallo studio del DNA.
Con l’avvento dell’analisi molecolare affiancata alla ampelografia classica si è aperta la strada non solo ad una rapida ed efficace identificazione dei vitigni, ma anche alla ricostruzione dei legami di parentela fra le varietà di vite.
Oltre alla evidente rilevanza scientifica, un’indagine di questo tipo, che si avvale di tecniche di analisi ben consolidate, potrebbe portare ad un avanzamento nella conoscenza della storia del germoplasma viticolo del Veneto da impiegare come supporto alle attività culturali ed economiche della Regione che ruotano intorno al turismo enogastronomico, alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti tipici con una consapevolezza più forte in termini di identità e storicità”.
Parole queste di Manna Crespan ricercatrice al CREA-VE di Susegana che ha chiesto la collaborazione di GRASPO per la ricostruzione del pedigree dei vitigni veneti.
Uno sguardo al futuro ma che ha previsto un ritorno al passato …da dove GRASPO è partito facendo le sue prime incredibili scoperte a Sprea nell’acheo vigneto di Dario e Marino Anselmi.
Nel panorama vitivinicolo veronese questo è sicuramente un unicum sia per il suo posizionamento ad oltre 700 metri sul livello del mare in località Sprea di Badia in alta Lessinia sia per la ricchezza della sua biodiversità viticola.
Parliamo di circa 5000 m² di vigna con una pendenza che raggiunge il 35%, allevato a pergola trentina tradizionale ma senza l’utilizzo dei fili di ferro con sesto di impianto di 3,5 × 1 .
I suoli sono sostanzialmente calcarei.
Sicuramente il vigneto ha più di 100 anni, molte delle viti sono a piede franco e la varietà più diffusa è un vitigno che sul territorio viene chiamato Saccola ma che l’analisi del DNA ha rivelato essere la Pavana.
Qui però nel corso di tante visite abbiamo individuato con l’aiuto di Dario altre tre varietà sicuramente molto interessanti per il loro profilo genetico ed enologico in primis il Gouais Blanc o Liseiret.
Si tratta di una varietà a bacca bianca ritenuta rarissima se non addirittura scomparsa nel nostro areale dato che oggi è relegata ai margini dal punto di vista colturale, ma che nel passato ha avuto un ruolo genetico fondamentale nello sviluppo dell’assortimento varietale centro europeo.
Essa è infatti il genitore di una ottantina di vitigni attualmente coltivati, tra cui, in partnership con il Pinot, di alcuni internazionali noti a tutti quali lo Chardonnay e il Gamay.
Qui però troviamo anche la “Pontedara” che è un vitigno la cui coltivazione è segnalata da tantissimi anni nel Veneto ed in particolare negli areali dell’Alta Lessinia Veronese e Vicentina.
La ritroviamo, infatti, in numerose località della Lessinia spesso in compagnia con altri vitigni storici con i quali nel passato veniva confuso, oggi possiamo invece dimostrare che questo vitigno è distinguibile, stabile nelle sue caratteristiche ampelografiche e uniforme nei vari areali.
Si tratta di un vitigno dotato di buona rusticità che negli areali di origine dimostra una buona resistenza alle principali crittogame, ha ciclo vegetativo lungo ma se assecondata sa dare grandi soddisfazioni enologiche.
Il contenuto zuccherino risulta quello tipico dei vitigni di montagna così come il patrimonio acidico ben definito.
Tutte caratteristiche che la rendono estremamente interessante in questo contesto di cambiamento
climatico.
Il vino risulta infatti molto intenso, con ottima tonalità colorante che va dal porpora al violetto e con note olfattive ben definite di mora, marasca e melograno.
Ma la vera sorpresa è stato trovare una varietà che era completamente sconosciuta che abbiamo chiamato Ottavia.
Sia perché è l’ottava vite in quel filare sia perché Ottavia è la mamma di Dario e la moglie di Marino.
Si tratta di una varietà a bacca bianca che Marino descrive come forte e rustica e che dai primi dati che abbiamo possa diventare strategica nella ricostruzione della mappa del germoplasma viticolo veneto. Uno sguardo al passato per vedere meglio il ..futuro.
Il viaggio continua…
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Foto di Gianmarco Guarise
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