A Vinitaly la presentazione del nuovo libro di G.R.A.S.P.O.
“Il grande vantaggio competitivo del vino italiano quello di essere inimitabile perché la diversità genetica che troviamo in Italia gli assicura una prerogativa significativa davanti ai cambiamenti climatici.
Nascosto in qualche angolo di questo caotico vivaio esiste certamente il seme provvidenziale che produrrà vitigni resistenti alla siccità, al calore e all’umidità”
Conclude così Monica Larner, una delle più qualificate giornaliste internazionali del vino in un suo recentissimo articolo sul Corriere della Sera, un articolo che fa sintesi dei suoi primi venti anni di racconto del Vino Italiano.
Gli fa eco Attilio Scienza massimo esperto contemporaneo di viticoltura ed enologia quando dichiara che l’Italia è la foresta amazzonica della viticoltura.
Possiamo quindi dire che proprio sull’onda di queste autorevoli riflessioni opera oggi l’associazione G.R.A.S.P.O., ovvero Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione dell’Originalità e biOdiversità viticola,
che nasce da un’idea di tre enologi con la passione per la ricerca attiva sul fronte del recupero di antichi vitigni abbandonati nella convinzione che la Biodiversità possa essere una risorsa importante per il futuro della viticoltura, sia in chiave di cambiamento climatico che per una migliore diversificazione dei vini anche in una proiezione prettamente commerciale.
Se le istituzioni preposte ed i centri di ricerca sono attualmente molto impegnati sul fronte dei vitigni resistenti, l’associazione sta verificando con rilievi sul campo e micro-vinificazioni le peculiari caratteristiche dei vitigni considerati perduti per verificarne le potenzialità, sia in purezza che come supporto ai vitigni storici.
L’azione di G.R.A.S.P.O., anche grazie al supporto iniziale di alcuni consorzi di tutela e di tanti amici, si è sviluppata inizialmente nell’ambito del territorio veneto ed in particolare in alta Lessinia dove storicamente non erano mai state attivate indagini in questa direzione.
Una operatività che si è poi allargata anche ad altre realtà identificando varietà ed areali dove il recupero di una
attenzione alla biodiversità viticola può essere strategica per delineare nuove prospettive produttive in contesto oggi piuttosto omologato incontrando e confrontandosi con i responsabili dei centri di ricerca ed i più autorevoli ampelografi non solo nel Veneto ma anche di Friuli,
Trentino, Sicilia, Piemonte, Toscana ed altre regioni per individuare quali fossero oggi gli areali, le storie ed i vitigni più interessanti.
Il risultato di questi primi anni di confronto, di rilievi e di vinificazioni è stato raccontato in alcune pubblicazioni e testimoniato su riviste di settore e social dedicati.
Racconti dove forse per la prima volta accanto all’identificazione, alla storia, alle caratteristiche del vino vengono valorizzate le persone, che chiamiamo custodi.
Va inoltre sottolineato come spesso accanto ad importanti progetti di conservazione dei vitigni minori sia quasi impossibile oggi reperire i vini di queste cultivar proprio per la difficoltà dei centri di conservazione nell’attivare micro vinificazioni rappresentative.
Questo lavoro ha previsto quindi una puntuale ricerca bibliografica, una validazione prima ampelografica e poi anche genetica delle varietà, lo studio del territorio su cui sono stati reperite, l’identificazione dei produttori custodi, il costante e puntuale monitoraggio fenologico, una sintetica descrizione ampelografica ed a seguire tutte le operazioni di raccolta, di vinificazione, di analisi e di imbottigliamento.
Per le varietà più interessanti si sono anche prelevate le marze per analizzarne, nel prossimo futuro, il loro comportamento nei diversi areali.
Un percorso condiviso in tanti incontri con Istituzioni, giornalisti e produttori con il titolo di Bastardi in culla, ovvero la Biodiversità viticola, vitigni dal passato per i vini del futuro.
Bastardi perché questi vitigni sono stati abbandonati, dimenticati se non volontariamente esclusi dai nuovi modelli della viticoltura che più conosciamo.
In culla perché sono il frutto dell’ultima vendemmia, quindi vini che per la loro immediatezza, per l’espressione degli aromi primari possono raccontare al meglio l’identità e la personalità di vitigni quasi a tutti sconosciuti ed una biodiversità espressiva alla quale non siamo abituati.
Sono i vitigni che Graspo ha individuato, seguito, studiato e vinificato negli ultimi tre anni di ricerca anche grazie a tanti viticoltori custodi.
Una esperienza di oltre 50.000 chilometri in tanti territori italiani, incontrando 150 produttori, eseguendo 250 prelievi di materiale vegetale con 150 analisi del DNA per stabilire l’identità dei vitigni, scoprendo ad oggi 10 nuove varietà di uva e realizzando solo nell’ultima vendemmia oltre 60 micro vinificazioni.
Un grande lavoro testimoniato dettagliatamente in pubblicazioni, articoli su testate generaliste e di settore, comunicato sui social come Associazione Graspo.
L’Associazione ha inoltre presentato alcuni dossier per l’iscrizione dei vitigni più interessanti al Registro delle varietà della vite del Ministero.
Tutta questa articolata attività viene ora testimoniata in una nuova pubblicazione dal titolo: La Biodiversità viticola, i custodi, i vitigni, i vini.
Una pubblicazione che fa sintesi del lavoro fatto fino ad oggi e diventa lo strumento ideale per accompagnare le degustazioni di questi originalissimi vini.
Si tratta di un testo realizzato proprio con questo scopo, un libro da bere, una esperienza che affonda saldamente le radici nei vitigni del passato ma che presenta o ripresenta sorprendentemente vini moderni che guardano al futuro.
Non si tratta quindi di un mero catalogo di vitigni a rischio estinzione o a rischio erosione genetica ma di una esperienza immersiva in questo mondo dimenticato, fatto di storie di autentico eroismo se parliamo dei tanti viticoltori custodi incontrati ma anche un racconto di quanto gli ampelografi di tutta Italia hanno fatto per identificare e preservare questi vitigni.
Con umiltà ed attenzione vengono riportati racconti e testimonianze che ci aiutano a comprendere meglio gli aspetti tecnici e legislativi che sottendono le azioni di ricerca ampelografica, abbinando ad ogni vitigno un custode, un ricercatore od un racconto con l’obiettivo di stimolare nel lettore la curiosità, non solo relativa al singolo vitigno, ma all’affascinante e complesso mondo della ricerca ampelografica.
Il testo è organizzato anche in capitoli territoriali cercando di contestualizzare dove possibile i singoli vitigni nei relativi territori, sfida quasi impossibile, comunque raccolta, finalizzata a trovare per ogni vitigno a rischio estinzione incontrato nel percorso di ricerca, un’azienda che di questo vitigno diventi custode, un progetto quindi di valorizzazione dove risulta fondamentale la relazione tra la storia dell’azienda, del territorio, del vitigno e delle potenzialità del vino anche in chiave di cambiamenti climatici.
Un capitolo emblematico di questa esperienza è dedicato al progetto RITORNO dell’azienda Sassotondo di Pitigliano, che impegnata non solo nella salvaguardia di alcuni vitigni storici toscani come il Nocchianello, realizzerà con l’aiuto di aziende ed Istituzioni sull’Etna un Bianco Superiore in limited edition il cui ricavato è finalizzato a sviluppare da parte dell’Universita’ di Catania la ricerca e la tutela degli originali vitigni storici dell’Etna.
Un libro quindi che non sarà solo un racconto dei 60 vitigni ritrovati ma che arriverà a farne degustare i vini che rappresentano una chiara originalità ed una specifica tutela perché testimoni vivi dell’unicità dei luoghi ai quali da sempre appartengono.
Vitigni dal passato ma per i vini del futuro.
Programma presentazione del libro a Vinitaly
Lunedì 3 aprile
Ore 10,00 Sala Respighi, Palaexpo
Convegno Codive, Asnacodi. Il clima che cambia, nuove sfide per la nostra viticoltura.
Presentazione libro “La Biodiversità Viticola, i custodi , i vitigni, i vini” e degustazione di 6 varietà a rischio estinzione come Liseiret, Leonicena, Brepona, Rossa Burgan, Saccola e Corbina.
Ore 16,00 Stand Regione Veneto Pad.4
Custodi e Bionet con Veneto Agricoltura
Presentazione libro e degustazione di Bigolona, Brepona, Recantina, Benedina, Turchetta, Pontedara.
(Posti limitati prenotazioni presso lo stand della regione)
Mercoledì 5 aprile
Ore 11,00 Stand Ministero Agricoltura MASAF, Palaexpo
Presentazione libro “La Biodiversità Viticola, i custodi , i vitigni, i vin con Riccardo Velasco del CREA-VE e gli autori del libro
Si parlerà di Hoertroete, Nocchianello, Brepona, Pontedara, Vulpea, Piccola nera, Gouais Blanc e di tanti altri vitigni a rischio erosione genetica
Ore 12,30 Stand Regione Veneto Pad.4
I vitigni perduti dei Colli Euganei e dei Colli Berici
Presentazione libro e degustazione vini
Dai Colli Berici, Leonicena, Moschina, Uva Gatta, Gambugliana
Dai Colli Euganei, Pedevenda, Dorona, Corbina, Cavrara
(Posti limitati, prenotazioni presso lo stand della Regione)
Il viaggio continua…..
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Foto di Gianmarco Guarise
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