Così, tanto per essere sempre e ancora più polemici.
Belle le gite e le vacanze in montagna, salutare respirare aria pura … ma davvero aria pura?
Ormai neanche a tremila metri sul livello del mare i nostri polmoni possono respirare aria pura.
Ogni volta che arrivavo in una località montana, appena scesa dalla macchina, nel parcheggio dell’hotel o in quelli delle funivie e simili, le mie narici sentivano solo odore di scarico d’auto.
Per arrivare nelle località montane ci si deve andare in automobile, e in autostrada ci si imbatte in una fila di macchine, camper, corriere cariche di turisti, i cui mezzi emettono una quantità enorme di gas di scarico, quindi CO2 a volontà, nel bel mezzo delle pianure e nei fondovalle, che – se non c’è vento sufficientemente forte – resta sospeso a ristagnare per giorni.
Cielo velato, sole pallido, foschie, banchi di nebbie …
Percorrendo poi in salita i tragitti provinciali che attraversano paesi, paesini e boschi, per raggiungere le località agognate, e usando spesso le marce più basse, sia a causa delle file davanti a noi sia per le curve e le ripidità delle strade, altro gas di scarico, quindi CO2 a volontà.
E le conseguenze si vedono, eccome, dalla melma di colore nerastro della neve depositata sui pendii e ai fianchi della carreggiata.
Neve immacolata violata, deturpata, infettata, degradata a pantano.
Come è contaminata la neve delle cime, grigiastra, giallastra, insomma sporchetta. E non solo perché le precipitazioni nevose scendono da nubi contaminate dagli smog cittadini e delle ciminiere degli stabilimenti industriali disseminati anche nelle valli, come piuttosto dagli scarichi degli aerei che volano sopra le cime.
Non basta questo
Avete mai pensato a quanto inquinamento è causato dagli elicotteri di ricerca e di salvataggio che girano a volte per giorni sopra le selve e tra le cime, perché dei turisti sprovveduti sono usciti dai sentieri e si sono dispersi nei boschi, o sono scivolati magari non indossando scarpe adatte, e necessitano di aiuto?
E tutti gli incidenti sulle piste da sci? Più gente arriva e affolla le piste, maggiore è la probabilità che qualcuno incappi in inconvenienti, o per imperizia o per eccesso di sicurezza o – perché no? – anche per spavalderia o prepotenza.
Senza contare i dissennati che intraprendono sciate fuori pista o arrampicate senza guardare il meteo o consultare le guide locali.
Allora arrivano i mezzi della forestale, della protezione civile, dei carabinieri, dei Vigili del Fuoco, e squadre di volontari. Come arrivano? Su mezzi a quattro ruote a benzina, gasolio, diesel, no?
Quindi altro CO2 a volontà, nell’aria e sulla neve.
Ci aggiungiamo anche l’inquinamento acustico, per il vociare di tante persone in allarme, per le sirene, per il rumore delle pale rotanti, che spaventano la fauna: lepri, scoiattoli, volpi, marmotte, caprioli, stambecchi, camosci e così via anche per tutte le specie di volatili, dal tordo al gallo cedrone all’aquila, a seconda delle altitudini.
Beh, salvare una vita umana vale di più che preoccuparsi di non terrorizzare gli animali.
Strano non insorgano gli ambientalisti, gli ecologisti estremi e gli animalisti, come quando costoro si arrabbiano contro i provvedimenti che prevedono di addestrare i contadini a sparare ai cinghiali che devastano le loro coltivazioni. I quali cinghiali, per altro, causano anche gravi incidenti stradali con vittime umane.
Oh bella, come la mettiamo in questo caso? Cinghiali vivi o famiglie rovinate e distrutte?
Deturpazione ambientale
Certamente tutti hanno il diritto di lavorare e il dovere di trovare una fonte di sostentamento, come i gestori di impianti sciistici, sì, “gestori”, alla stregua di impiegati o di dipendenti di un imprenditore, che investe su dei progetti di guadagno facile (e più o meno “rischioso”).
Imprenditore che ama tanto il prossimo da offrirgli i migliori comfort per il suo tempo libero da trascorrere tra sempre più elettrizzanti esperienze, in nome di slogan del tipo: “avvicinare l’uomo alla montagna e al cielo”, “allargare gli orizzonti”, “perdersi nell’Infinito”.
Cosicché le cime montane e la maestosità dei ghiacciai diventano affollate Stazioni di teleferiche, seggiovie, ovovie, cabinovie, dalla più avanzata architettura tecnologica.
Mostri, pardon, meraviglie della tecnologia, con cabine trasparenti, rotanti a 360°, vere strutture panoramiche al pari delle destinazioni in vetro e acciaio, con terrazze aperte sospese sul vuoto, bar ristorante con ampie vetrate, il tutto – come declamano i depliant pubblicitari – “inserito in modo armonioso nel contesto naturale della montagna”.
E qui piango anche io: per dare queste soddisfazioni agli esseri umani, la realizzazione di tutta la rete degli impianti a fune, che “ammiriamo” sulle nostre montagne, ha dato il suo contributo all’inquinamento ambientale e all’alterazione del paesaggio, fattori che tanto stanno a cuore ai “gretiani”.
Poi ci lamentiamo che i ghiacciai si sciolgono, che ci sono pochi nevai e troppi dissesti idrologici.
Certo è che se l’Uomo non volesse avere tutte le comodità sotto mano (no, non saremmo ancora nel Medioevo, è giusto evolverci!) e dominare la Natura, piegandola a meri interessi economici, sapremmo affrontare la ciclicità dei cambiamenti climatici con maggior buono senso.
Buone Vacanze e rispettate la Natura!
Maura Sacher
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