Con Uva D’Oro, Dorona, Pedevenda, Vernazola e Cavrara aIl’Imperial Castellania di Suavia
“Storia di vitigni perduti, di vecchie vigne, vini e Cantinieri”, questo è il tema del il 32°Convivio Culturale dell’imperial Castellania di Suavia
l’unica confraternita enogastronomica italiana declamata esclusivamente al femminile guidata da Annalisa Mancini che si è svolta il 4 dicembre a Villa de Winckels, Tregnago VR.
La di fronte ad una numerosissima platea di confraternite presenti da molte due relatori di e eccezione , Otello Fabbris degli amici di Merlin Cocai e Luigino Bertolazzi di Graspo.
Viaggiando nel tempo, la viticoltura Bassanese dai Canevaroli ad oggi, un percorso impegnativo ma ricco di
spunti per Otello Frabbris Bassanese abitante a San Eusebio vicino ad Angarano,
storico, bibliografo e presidente degli amici di Merlin Coicai, lo pseudonimo con il quale viene indicato uno dei più grandi autori Maccheronici d’Italia Teofilo Folengo.
L’opera di Otello fatta di studio appassionato degli usi e dei costumi e al tema del vino, tante sono le tracce lasciate che ci parlano di esso e della particolare vocazione viticola della zona lambita dal fiume Brenta.
Testimonianze che partono dal periodo romano fino al medio evo e ricerche di documenti che ci raccontano del vino.
A partire dagli statuti della città che ci parlano della sorveglianza dei vigneti, dell’esenzione per i bassanesi dal dazio sul vino e la conservazione del diritto alla frasca luogo di mescita al pubblico.
Nell’ultimo libro di Otello intitolata appunto I Canevaroli , si cita la zona si San Eusebio come luogo ideale per la produzione del vino.
È un documento sul quale troviamo scritto che i vini prodotti in tal luogo sono” preciosi”, il riferimento si trova sul progetto di una villa patrizia destinata al nobile Giacomo Angarano, commissionata ad Andrea Palladio.
A chiusura del suo ideale viaggio per la viticoltura bassanese Otello da uno sguardo, alla distillazione che in Nardini, di Bassano, trova il primo dei grandi distillatori di un altro tipico prodotto della zona e dintorni la grappa.
Numerose sono poi le annotazioni sul Torcolato vino definito amabile e di grande squisitezza.
La tradizione enologica del bassanese la si ritrova in molti scritti, uno di particolare importanza,
scritto prima del flagello della Fillossera dal Conte Giulio da Schio nel 1905 specificava che nella zona di Angarano le uve coltivate al piano sono la Marzemina, Negrara e Lola,
mentre al monte la la Corbinella, la Marzemina e “poca Borgogna” con questo nome si intende il Pinot Nero.
Proprio ai vitigni storici di ogni territoriosi lega la relazione dell’enologo Luigino Bertolazzi di Graspo (Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione della biOdiversità.
Graspo racconta nasce da un’idea di Aldo Lorenzoni, enologo ed ex direttore del Consorzio del Soave,
con il contributo di Luigino Bertolazzi enologo in Soave ed ex presidente di Assoenologi Veneto Occ., insieme a Giuseppe Carcereri de Prati enologo consulente e divulgatore.
Graspo prende vita, quindi, da un gruppo di tecnici appassionati, che fanno ricerca Ampelografica
(quindi rivolta alle varietà più diverse di vite) per la Salvaguardia e la Preservazione dell’Originalità e biodiversità viticola.
Un lavoro che da di più di tre anni si è focalizzato sull’idea che le antiche varietà, oggi abbandonate, potessero avere ancora una valenza utile.
Un programma ambizioso, che ha avuto un incremento notevole nei tre anni di attività.
Passando dalle 10 varietà identificate e vinificate nel primo anno, al triplo nel secondo e arrivando nella appena trascorsa vendemmia a ca. 60 varietà di vitigni storici/perduti vinificate e conservate dai Custodi di Graspo.
Parte di questo materiale di ricerca e conoscenza è stato reso pubblico in un volume nel quale sono descritte le prime 17 varietà indagate.
Con il titolo”La Biodiversità Viticola” il volume è stato presentato con successo al Vinitaly di quest’anno, accompagnato dalla degustazione di tutti i vini prodotti dai vitigni descritti, disponibili a fine presentazione alla degustazione.
Il lavoro di individuazione certa dei vitigni tramite analisi del DNA è stato fatto con la collaborazione del CREA di Conegliano Veneto.
Sempre con questo ente di ricerca Graspo ha perfezionato una collaborazione scientifica allo scopo di meglio conoscere ed individuare le linee di parentela dei vitigni individuati nella nostra ricerca,
anche in rapporto con quelli ora maggiormente in uso, questo per meglio testarne la possibile odierna utilità.
A questo si unisce Il lavoro di propagazione del materiale viticolo indagato, passo necessario per poterlo destinare a nuova vita produttiva.
Il progetto legato all’individuazione e alla commercializzazione per questi vitigni perduti, ha trovato pronta accoglienza Gianfranco Girardi , Patron di Proposta Vini,
che si occupa di distribuzione di vini di qualità, con una sezione, i Vini dell’Angelo, dedicata ai vini da vitigni a rischio estinzione.
In questo quadro di conoscenza e collaborazione Graspo ha ottenuto che nel prossimo catalogo di Proposta Vini del 2023,
alla sezione vini del Veneto ci sia una pagina dedicata ai vitigni da noi seguiti, questo consentirà a chi adotterà uno dei vitigni di poter contare su una sicura rete di vendita.
L’impegno di Graspo per il futuro è quello di proseguire con il lavoro di ricerca ed identificazione, fermo restando che la vinificazione delle varietà identificate è un passo essenziale per poter descrivere con completezza un vitigno.
Per questo al termine incontro abbiamo selezionato alcuni vini da noi prodotti per un brindisi di confronto e conoscenza.
Abbiamo preparato per voi: Uva D’Oro, Dorona, Pedevenda, Vernazola,Piccola nera, Uva Gatta N., Gambugliana N, Cenerente N., Groppello N,. Pontedara N., Cavrara N., Corbina N..
Spumanti : Marcobona Bianca, Brepona Bianca , Piccola nera rosè .
Con l’occasione delle feste di fine anno, il Gruppo di Graspo ringrazia tutti i lettori, formulando fervidi auguri per un Buon Natale ed un felice Nuovo Anno.
Il viaggio continua….
Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
Ci trovate su:
Facebook e Instagram, alla voce Associazione Graspo
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