Tra la stampa e i social si fatto un gran scrivere sulle polemiche che gli ambientalisti hanno sollevato contro i mega concerti sulle spiagge e in particolare contro i Jova Beach Party nelle Marche, le tournée estive di Jovanotti.
Rappresentanti di Legambiente, Lav, Lipu, MareVivo, Enpa, hanno infierito sulla insensibilità del cantante riguardo all’ecosistema, sollevando anche l’accusa di aver fatto deturpare le aree limitrofe per fare spazio alla grande carovana che accompagna le sue esibizioni.
Sono state spedite pure diffide ai sindaci dei litorali interessati ad ospitare gli show di Jova.
Il cantante replica che tutto è stato fatto bene in collaborazione con il Wwf, “un lungo lavoro di monitoraggio e ricerca da parte del WWF nazionale, che ha coordinato un team di tecnici ed esperti, ha scandagliato ogni metro quadro e valutato tutte le questioni perché tutto si svolgesse sempre in aree senza criticità ecologica di nessun tipo”.
Dunque, è stato garantito che “nessun danno irreversibile” è stato procurato agli ecosistemi.
Ok, io personalmente non ho motivo di dubitare, però un poco mi hanno stufato queste incursioni degli ambientalisti e animalisti in ogni cosa che viene fatta.
Anche le trivellazioni in mare alla ricerca del prezioso petrolio o per installare gasdotti (che adesso si scopre serviranno) disturbano il quieto vivere delle specie marine, oltre a deturpare la visuale dell’orizzonte ai bagnanti, stesi in spiaggia sotto l’ombrellone ad occhi chiusi.
E i pesci arrostiti?
E i poveri pesci che cascano nei bidoni degli elicotteri o risucchiati dai canadair assieme all’acqua di laghi, laghetti e mare aperto nella disperata corsa dei forestali a spegnere gli incendi boschivi?
Quando l’acqua viene riversata sulle fiamme muoiono arrostiti vivi, non ci avete pensato?
Trote, lucci, carpe dai laghi, e dal mare per esempio sarde, orate, polipi, meduse, forse anche cavallucci marini.
Gli animalisti e gli ecologisti pensano di promuovere campagne anche contro questo scempio?
Mi si risponderà che i due esempi non sono paragonabili: uno è il divertimento, l’alta è necessità e urgenza.
Però, dove mettiamo la necessità della vita umana di lavorare e vivere del proprio lavoro?
Viene prima l’Uomo
Sì, tra pesci, uccelli, umani per me viene prima l’Uomo, perché il lavoro conta, e intorno ad uno spettacolo di intrattenimento ruota tutto un indotto che fa solo del bene alla ripresa economica del nostro disgraziato Paese.
I musicisti finalmente escono dal silenzio, gli albergatori dal tunnel, i ristoratori dalla disperazione.
I grandi eventi musicali, o teatrali, danno lavoro a centinaia di operatori specializzati, tecnici, manovalanza ordinaria e straordinaria.
Gente che magari viene ingaggiata anche solo per un giorno, e il compenso se lo guadagnano con sudore e fatica.
Dopo due-tre anni di immobilità e di penalizzazioni, la vita sta riprendendo.
La si vuole bloccare sul nascere, polemizzando?
Altro esempio da brivido
Il prossimo anno il Giro d’Italia dovrebbe avere come penultima tappa l’ardua impresa della crono-scalata da Tarvisio al Monte Lussari, secondo il sogno del patron Enzo Cainero, una specie di Zoncolan più breve, ma non meno ardua.
Prevista già due anni orsono, e interrotta causa Covid, è potuta iniziare la sistemazione della strada forestale che porta in quota, con lavori finanziati dalla Regione e dal tesoretto post-Vaia.
Gli ambientalisti friulani di varie associazioni sono insorti contro il Giro, temendo “il pesante e trasformativo impatto di infrastrutture che questo evento necessariamente comporterà” e questa volta anche il WWF sta dalla parte di chi ha attivato una petizione online per fermare la corsa.
“Esiste ancora il senso del limite?” si domandano, nella petizione.
E me lo domando anche io, riguardo alle loro “serie” preoccupazioni per ogni grande occasione di spessore economico e turistico.
Maura Sacher
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