Toh chi si rivede: Sòstene Schena, decano dei giornalisti enogastronomici bellunesi.
Il buon vento ci ha fatto rincontrare (sia pure a distanza) dopo parecchi anni grazie a due suoi libri ricevuti nei giorni scorsi: “Ferragosto a Paradise Island” e “Non è un romanzo: un po’ della mia vita”.
Entrambi giornalisti professionisti, entrambi amanti della buona tavola e del vino (degustatori ufficiali nei principali concorsi enologici), entrambi amanti dell’Istria.
L’amico Sòstene Schena ci abita molti mesi all’anno avendo acquistato e ristrutturato una romantica palazzina nel borgo antico di Lovran-Laurana, una delle perle della riviera adriatica croata: Abbazia, la Montecarlo dei viennesi.
Il sottoscritto frequenta la Croazia, l’Istria in particolare, da tempo immemorabile (50 e più anni fa) non solo nei periodi di vacanza.
Ho seguito le vicende belliche e la dissoluzione della ex Jugoslavia contribuendo, dopo la proclamazione dell’indipendenza nel 1991, a rilanciare il turismo, le produzioni agricole di nicchia e l’enogastronomia di quel Paese.
Anche per queste benemerenze nel Duemila mi è stata conferita la cittadinanza onoraria da parte della città di Parenzo-Porec.
Conosco un posticino, viaggiare e mangiare in Croazia
Ma torniamo all’amico Sòstene Schena.
A lui si deve la pubblicazione di due preziose guide enogastronomiche (frutto anche delle nostre
peccaminose scorribande di borgo in borgo, di konoba in konoba, di trattoria in trattoria) “Conosco un posticino” e “Viaggiare e Mangiare in Croazia”.
Un successo editoriale soprattutto tra i buongustai della vicina Trieste e delle regioni del Triveneto che frequentano l’Istria, le isole del Quarnero e la Dalmazia.
Analogo successo è arriso al libro autobiografico “Non è un romanzo: un po’ della mia vita” (Kimerik editore). In questi giorni è in libreria la seconda edizione.
Racconta la sua vita: dall’Istituto Filippin alla tragedia del Vajont
In 300 pagine suddivise in 11 capitoli, Sòstene Schena, “il più anziano dei giornalisti bellunesi” come egli stesso ama definirsi, nel libro autobiografico “Non è un romanzo”, racconta la sua vita.
Dall’infanzia nella casa di Ponte nelle Alpi dove i genitori gestivano un’osteria e un negozio (dove si vendeva di tutto, “dall’ago al transatlantico”) agli hobby, dal lavoro alle molteplici attività.
Il tutto raccontato attraverso aneddoti e ricordi, come quelli vissuti nell’immediato dopoguerra con l’arrivo degli americani, o quando era studente all’Istituto Filippin “covo di nobili e meno nobili figure” e compagno di stanza del figlio del principe Corsini di Firenze.
O la sconvolgente esperienza di cronista precario del “Gazzettino” al volante della sua Fiat 600 targata Pavia a testimoniare il disastro del Vajont nell’ottobre del 1963.
Il fascino delle isole coralline e delle spiagge delle Bahamas
L’ultimo romanzo di Sòstene Schena è di questi giorni: “Ferragosto a Paradise Island”.
Già il titolo evoca il fascino di lontane spiagge delle Bahamas dove un rilassante soggiorno è riservato solo a chi comune mortale non è.
Beato lui!
Infatti, il protagonista è un uomo che per tutta la vita, salvo piccoli episodi “quotidiani” di dura esistenza, si è portato dietro il peso assai lieve di un nome Fortunato che si è rivelato profetico.
“Nomen omen” si dice spesso per chi ha vissuto in piena sintonia con il proprio nome di battesimo, ma chi potrebbe immaginare che ciò fosse potuto capitare a un uomo nato in un piccolo borgo della Val Zoldana, nel profondo Nord delle Dolomiti, dove il sole compare poche volte all’anno?
E invece, per una volta tanto, la cieca Fortuna aveva fatto tappa lassù nel suo viaggio tra gli umani per distribuire a caso qualcosa di diverso dalla solita e magra vita del povero montanaro.
Le stigmate indelebili di quel popolo di migranti della Val Zoldana
Infanzia e adolescenza di Fortunato – si legge nella prefazione di Dino Bridda – parlano di emigrazione come di stigmate che non si abbandonano mai e restano indelebili per quel popolo storicamente sempre migrante: genìe intere di peracottari, gelatieri, zattieri e boscaioli per le strade d’Europa in cerca di fortuna.
Poteva essere questo il suo destino, ma i frangenti della vita non sono prevedibili se è vero che “Uno su mille ce la fa” come recita la canzone di Gianni Morandi.
E Fortunato ce la fa, mentre nei suoi ricordi i faticosi sentieri della sua valle si fanno ogni giorno più lontani, sbiaditi e irreali.
Il Fortunato adulto è un uomo diverso dal giovane montanaro di un tempo.
Almeno così ce lo racconta lui stesso attraverso una miriade di ricordi che il romanzo riversa al lettore in queste pagine ricche di pensieri, aneddoti, circostanze di vita turbinose.
Quali sono più credibili?
P.S. Ferragosto a Paradise Island (Casa Editrice Kimerik, 15 euro) è corredato da una serie di simpaticissime vignette disegnate da Pieraldo Vignazia.
La passione per l’enogastronomia come sommelier degustatore
Giornalista professionista, dal 1960 Sòstene Schena ha lavorato come corrispondente da Belluno per “Il Giorno”, “Il Corriere Lombardo” e come redattore per “Il Gazzettino” di Venezia fino alla pensione, nel 1995.
Si è occupato di tutti i settori del giornalismo e negli ultimi anni in modo particolare di enogastronomia (è anche sommelier Ais e degustatore ufficiale).
Ha creato le riviste Convivium 2000 e Il Sommelier Veneto e scritto numerosi libri, quali: “Come mangiavamo a Fiume”, “In principio fu l’uovo: arte di fare frittate e altre meraviglie”,
“In 160 battute 500 sms in rima”, “Mille SMS in rime libere”, “Passeggiata in Croazia: storie vere di amori ed esoterismo”.
Oltre alle guide ai ristoranti della Croazia, ha creato il blog convivium2000.blogspot.com. Si occupa di enogastronomia, turismo, made in Italy e molti altri argomenti.
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