Bollicine Ferrari, una storia lunga 120 anni
Dal sogno del fondatore, il mitico “sior” Giulio Ferrari, ai successi odierni.
Un mito che nasce grazie alla lungimiranza di un giovane imprenditore della Valsugana, Giulio Ferrari, e al sogno di creare in Trentino uno spumante degno di confrontarsi con i migliori Champagne francesi.
Giulio Ferrari fu un vero e proprio pioniere.
Una storia emblematica la sua che fa onore al Trentino.
Nato nel 1879 a Calceranica, sulle sponde del lago di Cadonazzo, da una famiglia della borghesia agricola trentina, dopo le scuole primarie egli frequenta l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.
Ultimato il biennio di studi agronomici, nel 1897 con l’entusiasmo di un diciottenne parte per la Francia dove si specializza in viticoltura alla prestigiosa Ecole Superieure Agronomique di Montpellier.
Nel 1900 si trasferisce in Germania nella regione del Reno e qui, incuriosito dalle metodiche di vinificazione, si iscrive al Botanisches Institut di Geisenheim.
Studente modello, per sperimentare concretamente quanto appreso, decide di recarsi nel territorio della Champagne, precisamente a Épernay, dove l’amico Pierlot, che aveva conosciuto a Geisenheim, gli propone uno “stage” lavorativo.
E’ qui che intuisce le analogie pedoclimatiche delle colline di Reims con le montagne del Trentino. In seguito ritorna a Montpellier dove è assunto dal vivaista Richter.
Qui perfeziona la conoscenza della moltiplicazione delle talee e dell’innesto della vite.
Grazie alla ditta Richter ha anche l’opportunità di sperimentare le nuove tecniche di coltura della vite in Tunisia, all’epoca colonia francese.
Dalle barbatelle di Chardonnay alla spumantizzazione
Dopo oltre cinque anni trascorsi in Francia, in Germania e in Tunisia, Giulio Ferrari torna in Trentino, la sua terra natale, per trasferirvi le esperienze accumulate.
Intuisce la straordinaria vocazione spumantistica del Trentino e comincia a diffondere, per primo in Italia, le barbatelle di Chardonnay.
Dalle barbatelle alla spumantizzazione il passo è breve e così comincia a produrre poche selezionatissime bottiglie con il metodo “champenois”.
Bottiglie che da subito entrano nel cuore dei cultori più esigenti che mai, in Italia, avevano assaggiato spumanti così eleganti, fini e sorprendenti.
Non avendo figli, Giulio Ferrari cerca un successore cui affidare il suo sogno.
E fra i tanti pretendenti sceglie Bruno Lunelli, titolare di una famosa enoteca in largo Carducci a Trento.
“Ho firmato una montagna di cambiali” (vox populi parla di 25 milioni di lire) confesserà Bruno Lunelli agli amici che all’epoca frequentavano l’enoteca per gustarsi un Marsalino o un vino dolce dei Castelli Romani.
Da 10 mila bottiglie degli anni Cinquanta ai 6 milioni attuali
Grazie alla passione e al talento imprenditoriale, Bruno Lunelli riesce in pochissimo tempo – siamo nella prima
metà degli anni Cinquanta – a incrementare la produzione, senza mai scendere a compromessi con la qualità, seguendo quella stessa linea tracciata dal fondatore.
La tradizione continua e Bruno Lunelli trasmette la passione ai suoi figli: sotto la guida di Franco, Gino e Mauro, la maison Ferrari diventa leader in Italia e sinonimo del brindisi italiano per eccellenza.
In questi anni vedono la luce alcune delle etichette destinate a entrare nella storia: il Ferrari Brut, il Ferrari Maximum Brut Blanc de Blancs, il Ferrari Rosé, il Ferrari Perlé millesimato, le Riserve Lunelli e il mitico Giulio Ferrari Riserva del Fondatore.
Oggi, a distanza di 120 anni, Ferrari è sinonimo di bollicine in Italia e nel mondo.
Le 10.800 bottiglie custodite nella storica cantina del “sior” Giulio in via Belenzani al momento del passaggio di proprietà (1952), nel corso degli anni sono diventate 100 mila, poi un milione, poi due, poi quattro per raggiungere e superare abbondantemente quota 6 milioni.
Spumanti unici, vere e proprie icone che esaltano lo stile di una cantina senza eguali e un territorio – il Trentino – che ha dimostrato di poter competere ad armi pari con le migliori bollicine del mondo, Champagne compreso.
Una “maison” che si è mantenuta fedele al sogno del fondatore
In questi giorni Ferrari celebra i suoi 120 anni mantenendosi fedele al sogno del fondatore, Giulio Ferrari, e ai valori di cui la famiglia Lunelli si fa garante da tre generazioni.
Secondo una visione imprenditoriale per cui l’azienda non deve limitarsi alla creazione di valore per gli azionisti, ma generare anche benessere, sicurezza e bellezza per chi vi lavora e per la comunità che la ospita, dimostrando responsabilità sociale e una forte attenzione all’ambiente.
Ferrari Trento festeggia questo importante anniversario con un nuovo traguardo nel percorso verso la sostenibilità: la certificazione di azienda Carbon Neutrality.
L’obiettivo, che rende pari a zero l’impatto climatico delle emissioni dirette, è stato raggiunto grazie ad una serie di scelte, avviate da anni, volte alla riduzione delle emissioni.
Fra cui la realizzazione di un parco fotovoltaico sul tetto della cantina e l’acquisto di energia elettrica unicamente da fonti rinnovabili, unite a un’attività di compensazione con crediti carbonici certificati.
Questo traguardo si aggiunge alla certificazione Biodiversity Friend e Biologica di tutti i vigneti di proprietà, ottenute rispettivamente nel 2015 e nel 2017.
Si inserisce nella visione di responsabilità sociale di lungo termine dell’azienda, sancita pochi mesi fa anche dalla pubblicazione del primo Report di Sostenibilità.
Le emissioni di Ferrari Trento sono state certificate e compensate da Climate Partner, società internazionale specializzata nella valutazione e soluzione di problemi di impatto climatico.
secondo il Greenhouse Gas Protocol Corporate Accounting and Reporting Standard, uno dei più noti metodi internazionali.
La certificazione si riferisce alla riduzione e compensazione delle emissioni derivanti dall’energia e dai carburanti utilizzati dall’azienda.
Definiti scope 1 e 2, ma comprende anche parte dello scope 3, che include la filiera, in quanto sono compresi i viaggi aziendali, i trasferimenti da casa alla sede di lavoro dei dipendenti, nonché la catena delle emissioni a monte derivanti dai consumi in azienda.
Un rapporto virtuoso con il territorio all’insegna della sostenibilità
“Celebriamo il centoventesimo anniversario delle Cantine Ferrari dopo aver chiuso un anno record e siamo particolarmente orgogliosi che questo importante traguardo coincida con il raggiungimento della Carbon Neutrality”.
Ha dichiarato Matteo Lunelli, Presidente e CEO di Ferrari Trento.
“Da 120 anni la nostra cantina ha un rapporto virtuoso con il territorio che desideriamo promuovere e tutelare.
L’attenzione alla sostenibilità è da sempre parte del nostro modo di fare impresa e la riduzione e compensazione delle emissioni di CO 2 è un’ulteriore testimonianza di questo impegno che condividiamo con tutto il nostro team.
Nel momento in cui celebriamo la nostra storia, desideriamo guardare al futuro e abbiamo dunque la responsabilità di dare il nostro contributo alla sfida contro il cambiamento climatico.”
In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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