Neuroscienze applicate all’enologia.
La quinta edizione di Italian Taste Summit, l’evento b2b internazionale dedicato al mondo del vino italiano, si terrà il 13 e 14 aprile 2022 tra due Cantine storiche del Garda e della Valpolicella, Masi Tenuta Canova e Possessioni Serego Alighieri.
Organizzatore e presidente di Italian Taste Summit è Joanna Miro, AD di Wine Global Aspect, realtà specializzata nella vendita export dei vini italiani, e saranno due intense giornate tra incontri, seminari e degustazioni.
L’evento si aprirà la mattina del 13 aprile con la conferenza su «Enologia e Neuroselling: dalla scienza moderna le nuove vie per la qualità della tipicità territoriale e della sua promo in Export».
All’appuntamento parteciperanno, tra gli altri, i professori Maurizio Ugliano, docente di Tecnologie e processi enologici e Wine Identity and Typicality presso l’Università degli Studi di Verona, e Vincenzo Russo, di Neuromarketing all’università IULM di Milano.
Il fulcro dell’attenzione sarà centrato sui componenti del terroir che generano l’identità di un vino e le tecniche di vendita e comunicazione basate sulle ultime ricerche in campo neuroscientifico.
Neuroselling e neuromarketing
Saper passare dal “neuro marketing” del vino al “neuro selling” significa appropriarsi di una ulteriore marcia per vendere di più e meglio, sfruttando nuove competenze comunicative finalizzate ad entrare maggiormente in sintonia con il cliente e stabilire una relazione centrata sui suoi veri interessi.
Le ricerche in neuromarketing hanno dimostrato che l’85% delle decisioni d’acquisto sono subconscie, dettate dalle emozioni.
Il neuroselling è quella disciplina che permette di capire meglio perché funzionano alcune pratiche di vendita.
Il neuromarketing da una parte e le tecniche di neuroselling dall’altro permettono di raffinare la comunicazione e rendere più persuasivo il messaggio.
Il neuroselling si occupa del funzionamento del cervello e la sua relazione con il comportamento e con il processo decisionale.
Un’azienda vitivinicola deve essere quindi in grado di utilizzare in modo consapevole i canali sensitivi per comunicare i vantaggi del prodotto quale la soluzione al ‘problema’ del consumatore.
Joanna Miro, organizzatrice dell’evento, sostiene che secondo le più recenti ricerche enologiche l’espressione del terroir di un vino non è presente nell’uva ma è da addebitare esclusivamente al complesso processo tecnologico-vitivinicolo condotto dall’uomo.
Il prodotto e la sua comunicazione sono i due punti focali, strettamente connessi l’uno all’altro.
Il Summit sarà un’occasione per conoscere approfonditamente le migliori strategie di comunicazione e promozione di un vino.
Gli addetti ai lavori
Saranno presenti al Summit oltre cinquanta case vitivinicole italiane e altrettanti buyers provenienti da tutto il mondo.
Le aziende nazionali sono diverse per provenienza geografica e dimensioni ma accomunate dal profondo legame con il proprio terroir e le sue tradizioni.
Accanto a produttori, parteciperanno responsabili degli acquisti, giornalisti e critici italiani e stranieri, sommelier ed enologi, rappresentanti di consorzi di primaria importanza e delle associazioni nazionali di categoria.
Maura Sacher
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