In vista misure per ovviare alla mancanza di materie prime e alimenti
Il premier Mario Draghi e l’esecutivo si trovano ad affrontare una situazione assai difficile.
La guerra in Ucraina ha aggravato un periodo nel quale i cittadini e le imprese sono già oberati da inizio anno con bollette cresciute a dismisura e aumenti dei carburanti per auto-trazione.
Questi ultimi non dipendono dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Il mancato arrivo di materie prime essenziali ha causato e sta causando cali di produzione.
Molte imprese hanno chiuso e molte altre hanno ridotto l’orario di lavoro e i cicli di produzione.
E i salari sono fermi mentre i generi di prima necessità vedono un aumento di prezzi aggravato dalla guerra.
Oltre seicento contratti sono scaduti e molti attendono il rinnovo da anni, mentre l’inflazione sale al 5 %: un tasso così alto non si registrava dal 1974.
Gli effetti della situazione pregressa e del conflitto portano a ipotizzare secondo il presidente del consiglio nel medio e lungo termine una logica di razionamento.
Se la situazione dovesse peggiorare molto sono necessari interventi per ridurre i consumi di materie prime e beni strumentali.
Questo significa un razionamento delle fonti energetiche quali gas, energia e carburanti.
Si potrebbe arrivare a una riduzione degli orari di accensione dei riscaldamenti.
Non solo.
È ipotizzato lo spegnimento della illuminazione negli uffici ed edifici pubblici e nelle abitazioni.
Altro che “m’illumino di meno”.
In questi giorni si sono verificati fenomeni di accaparramenti di prodotti alimentari primari quali farina, olio, pane e pasta.
In alcuni punti vendita di catene della GDO sono stati svuotati scaffali di generi alimentari.
Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli dichiara che la situazione al momento non presenta dati di criticità, tuttavia è assolutamente necessario che le istituzioni si tengano pronte per evitare il panico tra i cittadini.
Non si segnalano al momento diminuzioni di disponibilità di prodotti.
Ma non è escluso che possa avvenire anche alla luce della difficoltà di rifornimenti dovuta al costo dei carburanti.
Gli autotrasportatori non riescono a fare viaggi e guadagnare sul trasporto delle merci.
In Italia oltre il 90 % degli approvvigionamenti di alimenti, carburanti e materie prime viene trasportato e consegnato tramite camion, autobotti e furgoni.
Umberto Faedi
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