Regalare o ricevere un uovo di Pasqua per noi è diventato una consuetudine, un gesto meccanico, ma in realtà conosciamo il significato simbolico del donare un uovo e che cosa rappresenta?
L’uovo di Pasqua, insieme alla colomba, è un dolce tipico della tradizione pasquale, diventato uno dei simboli della stessa festività della Pasqua cristiana. nel Cristianesimo, simboleggia la risurrezione di Gesù dal sepolcro. La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma l’atto di donare uova vere, decorate con qualsiasi tipo di disegno o dedica, è collegato alla festa pasquale sin dai tempi del medioevo. Le origini della simbologia dell’uovo risalgono a tempi antichissimi, addirittura precedenti alla nascita della religione cristiana. Il simbolo principale che ha da sempre rappresentato l’uovo è quello della vita. L’uovo ha avuto tratti simbolici sin dai tempi antichi. Le uova hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità.
Alcune culture pagane consideravano il cielo e la terra come due emisferi che uniti formavano un uovo, mentre gli egiziani ritenevano che fosse il fulcro dei quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. Per quanto riguarda la tradizione di donare uova, è documentata già fra gli antichi persiani, dove era diffusa la tradizione dello scambio delle uova di gallina, decorate grossolanamente a mano, all’inizio della primavera, seguiti dagli egizi, i greci e i cinesi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno. Quindi l’uovo, seguendo un fil rouge, rappresenta dapprima la vita, poi la primavera e in seguito la rinascita, e con l’avvento del cristianesimo, il simbolo della resurrezione, come rinascita dell’uomo. Molto probabilmente la diffusione dell’uovo come regalo pasquale nacque in Germania. inizialmente le uova venivano bollite avvolte con delle foglie o insieme a dei fiori, in modo da assumere una colorazione dorata. Sempre nel medioevo prese piede una nuova tradizione: la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi come argento, platino ed oro, chiaramente destinate ai nobili. Ma la tradizione dell’uovo decorato preziosamente è da attribuire all’orafo Peter Carl Fabergé che, nel 1883, ricevette dallo zar Alessandro il compito di preparare un dono speciale per la zarina. L’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergé, un uovo in platino smaltato di bianco contenente un altro uovo in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì anche a diffondere il dono all’interno dello stesso.
In diverse tradizioni pasquali l’uovo continua a mantenere un ruolo importante durante tutto il periodo delle festività. Nella tradizione balcanica e greco ortodossa l’uovo di gallina, cucinato sodo, viene dipinto da secoli di rosso, colore simbolo della passione. Prima del consumo, durante il pranzo di Pasqua, ognuno sceglie il proprio uovo e ingaggia una gara con i commensali, scontrandone le estremità, fino ad eleggere l’uovo più resistente, che viene considerato di buon augurio. Attualmente per dipingere le uova si usano coloranti alimentari da pasticceria, ma in passato si utilizzavano prodotti vegetali, tra cui la buccia esterna delle cipolle rosse. In Francia, è abitudine organizzare in aree verdi delle cacce pasquali al tesoro in cui le uova, preparate artigianalmente e di dimensioni ridotte, vengono nascoste tra gli alberi e poi ritrovare dai bambini. In Italia, come tutti sappiamo, si usa portare le uova sode a far benedire, per poi consumarle il giorno di Pasqua. In tempi moderni, diciamo nell’ultimo secolo, l’uovo di Pasqua più famoso e reclamizzato è quello classico di cioccolato, con all’interno un piccolo dono. E se fino a qualche decennio fa, la preparazione delle uova di cioccolato era fatta artigianalmente a maestri pasticcieri, oggi è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale.
Isabella Radaelli
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri