Invidia, sentimento studiato dai filosofi antichi e moderni, presente nella mitologia greca, con non poche divinità che, mosse da essa, hanno causato danni agli uomini, persino nella storia biblica delle origini si racconta dell’invidia di Caino per Abele e in quella di Roma si replica con Romolo contro Remo, e senza trascurare la sua presenza nelle corti e nel mondo politico di tutte le epoche.
Recuperando l’etimologia, il termine “invidia” deriva dal latino: «in», particella avversativa, e «videre», guardare contro, ostilmente, o genericamente guardare male.
Dante la interpreta come il sentimento di cruccio nascente dal considerare il bene altrui come lesivo del proprio. Il “Grande Dizionario della Lingua Italiana”, Utet, (1961-2002) definisce l’invidia come il «rammarico e risentimento che si prova per la felicità, la prosperità e il benessere altrui, … desiderio frustrato di ciò che non si è potuto raggiungere per difficoltà o ostacoli non facilmente superabili, ma che altri, nello stesso ambiente o in condizioni apparentemente analoghe, ha vinto o vince con manifesto successo».
Beh, chiunque, leggendo le definizioni e vedendo l’immagine di copertina, può ben capire che mi riferisco all’ultima stangata per il nostro settore ittico nazionale, in aggravio alle precedenti normative che hanno generato radicali ripercussioni sulla cultura della gastronomia tradizionale.
Lassù, nell’Alta Europa ce l’hanno proprio con noi? Possediamo un bene di cui altri non possono vantarsi?
E ce l’hanno fissa con i centimetri, ultima l’ampiezza dei riquadri delle maglie da pesca, ora siamo ai millimetri del guscio delle vongole! Nel settore pesca ne abbiamo già ingoiate tante di Direttive UE, abbiamo dovuto cambiare abitudini alimentari e molto ne hanno risentito sia il settore ristorazione sia, soprattutto, le famiglie dei pescatori.
A Venezia, l’altro giorno, più di cinquecento vongolari hanno occupato il canale della Giudecca inscenando una spettacolare, composta, protesta contro la normativa dell’Unione Europea, che istituisce il reato penale per chi raccoglie a bordo anche solo una vongola sottomisura alla taglia minima da 25 mm. La sanzione amministrativa arriva fino a 4 mila euro.
Contemporaneamente, manifestazioni simili si sono svolte in altri centri di pesca dell’Adriatico.
Benché fossero già vigenti delle regole per la taglia minima, che i pescatori rispettavano, è stata l’intensificazione dei controlli, dotati di righello e di libretto per le contravvenzioni, a scatenare l’esasperazione dei vongolari.
Martedì 27 gennaio alle 15 il ministro delle Politiche agricole incontrerà a Roma il comparto, cpn l’appoggio dalla Coldiretti Impresapesca che ha preso posizione a difesa della pesca dei molluschi bivalvi. Verrà chiesta un deroga: ma che saranno 2 mm di tolleranza? In gioco è anche il divieto di pesca-raccolta dei molluschi ad una distanza inferiore di 0,3 miglia marine dalla costa. È qui che cambia tutto.
Invidia, brutta bestia! Ma a che pro? Non vengono qui i turisti di tanti Paesi anche per gustare il nostri manicaretti di pesce?
Maura Sacher
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