A vederlo in primavera, l’Ilex aquifolium, comunemente noto come agrifoglio, appare come un arbusto dai fiori insignificanti: nulla, per chi non lo conosce bene, farebbe presagire lo splendore rosso fuoco delle piccole bacche raccolte a grappoli, che le piante femminili mature producono durante la stagione invernale.
Sono proprio i grappoli rossi, che spiccano fra le foglie verde scuro, lucide, con margini dotati di spine piuttosto aguzze, a risvegliare l’interesse per questa pianta come simbolo di buon augurio.
L’agrifoglio é un alberello sempreverde a crescita lenta, che nel giro di dieci anni supera i tre metri d’altezza e un metro di diametro. Cresce bene sia esposto a mezzo sole sia all’ombra, in terreni un po’ umidi, ma solo in luoghi che non raggiungono mai temperatute troppo elevate.
Questa pianta, infatti, ama il freddo, ma si adatta sia alle zone prealpine che alle pianure e alle coste, purché fresche. Pur preferendo le zone di sottobosco, l’agrifoglio, detto anche pungitopo, si presta ad essere coltivato anche in giardino, dove alternandolo a camelie (che fioriscono in primavera) e a viburni( a fioritura invernale), si ottengono scenografiche siepi decorative.
Per ottenere le belle bacche rosse occorre acquistare, in vivaio, una pianta maschile e una femminile, ancora giovani, e piantarle in primavera o in autunno, quando il terreno non rischia di essere gelato o troppo asciutto. Nel corso della prima estate, occorre innaffiare tre volte a settimana, per far attecchire le radici, successivamente basta mantenere la terra umida.
L’agrifoglio era usato nell’antichità come pianta beneaugurante, e le si attribuivano anche poteri “magici”, in quanto si riteneva che proteggesse dai demoni e favorisse la fertilità. La sua diffusione ne fece una pianta ornamentale fin dalle prime festività natalizie cristiane, e anora oggi lo si utilizza, oltre che per composizioni floreali, ome segnaposto a tavola o elemento decorativo durante le festività di fine anno.
Attenzione, però, a non farsi ingannare dal fatto che simboleggi la fertilità: le drupe o bacche non sono commestibili, anzi, risultano tossiche e addirittura mortali se ingerite. Si possono sfruttare le proprietà farmaceutiche di alcune sostanze contenute nell’agrifoglio, come le saponine e la xantina teobromina, ma la loro estrazione e trattamento va lasciata esclusivamente agli esperti farmacisti, che ne sanno ricavare principi attivi da utilizzare in fitoterapia.
E allora, se non l’abbiamo ancora fatto, compriamo una piantina di beneaugurante agrifoglio: non é certo che eserciterà le sue virtù magiche, ma la vista delle palline rosse ci metterà sicuramente di buon umore!
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