Sono finite le patate fritte
Una notissima e dal mio punto di vista perniciosa catena mondiale che vende cibo spazzatura e malsano è costretta a razionare le patatine fritte non si sa come.
Ci sarebbe da fare una grande riflessione su come e con quale olio patate e altri alimenti vengono fritti all’interno dei punti vendita di queste catene di cibi spazzatura dannosi per la salute.
La pandemia, la crisi climatica che riduce le produzioni alimentari, le difficoltà logistiche costringono un colosso del cibo veloce nonché spazzatura a ridurre drasticamente le porzioni di parate fritte nei punti vendita in Giappone.
La notizia è stata diffusa dalla BBC dopo che la multinazionale dell’unto bisunto ha dichiarato che in questo periodo e recentemente ha dovuto affrontare notevoli ritardi di consegne e aprovvigionamenti di patate.
Fino alla fine del mese di Dicembre e ai primi giorni del 2022 le cosiddette french fries saranno drasticamente razionate.
Non saranno più disponibili in Giappone confezioni di porzioni grandi e medie. Si vuole consentire che tutti i clienti possano acquistare porzioni seppur ridotte.
La totale sospensione della vendita delle porzioni è quindi così scongiurato.
Le patate provengono dal Canada già noto per vendere in tutto il mondo navi di grano Manitoba contaminato dal famigerato glifosato.
Sono finite le patate fritte
Finora le patate venivano appunto fornite via mare con navi cargo.
Adesso per accelerare la fornitura verrà effettuata tramite aerei cargo da una compagnia nordamericana.
Non è la prima volta che si era verificata una grave crisi di fornitura delle patate.
Nel 2014 un grande sciopero in 30 importanti porti in tutto il mondo dei lavoratori portuali e operatori dei terminal aveva bloccato la fornitura per il Giappone.
Anche nel 2014 per ovviare alla carenza di prodotto la catena decise di vendere esclusivamente porzioni piccole per accontentare tutti i clienti.
A causa dello sciopero non erano arrivate le 1000 tonnellate di patate già ordinate…
La scorsa estate nel regno ancora unito la stessa colossale catena aveva avuto problemi di disponibilità dei frullati causati da rallentamenti nella catena di aprovvigionamenti.
Nel paese di Albione mancano autisti di camion e personale che confeziona gli alimenti. 1250 punti vendita erano così rimasti a secco….
Avranno bevuto acqua, meglio per i loro clienti.
Considerando che leggendo le etichette di note bibite, dei succhi di frutta e altre bevande che dichiarano nel contenuto percentuali irrisorie di vera frutta mi viene da pensare. Quanta frutta vera sarà impiegata nella composizione di quei frullati?
Forse non arriviamo al 2 %
Umberto Faedi
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