L’esordio delle linea biologica di Cincinnato, Azienda Cooperativa di Cori (LT), avviene in concomitanza con la riapertura dei ristoranti ed è a loro dedicata in esclusiva, un segnale per lasciarsi il peggio alle spalle e ripartire da dove ci si era fermati.
Il concetto di Bio però non è una novità in casa Cincinnato, la produzione in biologico infatti era iniziata già nel 1998 ed in questo tempo passando per studi e sperimentazioni si è tradotta in Lelio, Argeo e Quinto, tre vini che incontrano le esigenze dei tempi moderni. Non una trovata di marketing ma nati per andare incontro ad un concetto come quello della sostenibilità così centrale e trasversale per i nostri tempi.
Lo ha spiegato nella presentazione romana il Presidente Nazzareno Milita annunciando una quarta etichetta a breve termine. Naturalmente anche qui sono sempre gli autoctoni i protagonisti indiscussi, per garantire quel legame col territorio che si riflette in tutte le iniziative di Cincinnato.
Bellone, Nero Buono e Cesanese, vitigni che racconteranno al pubblico della ristorazione il loro territorio ed il lavoro di chi li coltiva a partire dal nome in etichetta. Argeo, Lelio e Quinto sono infatti nomi di soci che hanno avuto un ruolo storico nello sviluppo dei progetti cooperativi.
La scelta della coltivazione biologica però va oltre le uve utilizzate per la produzione di questi vini, ma investe oggi il 37% del vigneto di Cincinnato coprendo circa 100 ettari su un totale di 268 dei circa 110 soci conferitori. Una quota rappresentativa, che indica il salto in avanti e l’abbattimento di tutte le remore che il passaggio al biologico poteva rappresentare per i coltivatori più radicati nei loro metodi tradizionali di conduzione del vigneto.
La responsabile Marketing Giovanna Trisorio ha invece voluto sottolineare l’attenzione ai particolari con cui Cincinnato trasmette i valori del territorio, dal lavoro della terra e le pratiche di lavorazione delle uve in cantina, fino al packaging delle etichette che ne assicurano la riconoscibilità per i clienti anche della ristorazione, in un momento molto particolare per la ripresa di queste attività.
Oltre al packaging delle bottiglie si è parlato anche del bellissimo progetto grafico, sviluppato attraverso la produzione di poster dedicati al Razionalismo Italiano a cui la città di Latina è legata, ma che in realtà contiene molto di più come spiegato nelle pagine del sito https://cincinnato.it/razionalismo-italiano-o-della-ricerca-del-futuro/
Così come si è parlato della Playlist legata a Cicinnato e disponibile su Spotify, progetti culturali che non riescono a celare l’entusiasmo che Cincinnato sta mettendo nella ripartenza, così come quello della realizzazione del piccolo vigneto che presto vedrà la luce sul Colle del Palatino nell’Area del Parco Archeologico del Colosseo, ma di questo parleremo approfonditamente in seguito.
Tornando ai protagonisti della presentazione è stata prima la volta di Quinto, Bellone 100% dal naso composto e senza inutili ridondanze, delicato di frutta esotica e a polpa bianca, arricchito da erbe aromatiche come timo e lievi sfumature verdi. Bocca di grande equilibrio, fresco e sapido, buono in consistenza al palato come in persistenza.
Argeo è invece un Cesanese 100% dal buquet olfattivo di prugna matura e sfumature di fiore rosso che lasciano spazio al pepe nero e a lievi accenni balsamici. Il tannino è abbastanza importante e nel tempo può affinarsi di più pur lasciando sentire la sua qualità già da ora. Il sorso corposo ma grazie alla freschezza rimane gustoso anche in persistenza.
Non poteva mancare il Nero Buono vitigno iconico di Cincinnato che si ritrova al 100% in Lelio. Frutto maturo succoso e toni balsamici verdi. Fresco, sapido, dinamico e snello in bocca, da la possibilità esprimersi in più bicchieri anche grazie al tannino già pronto e alla gradevole persistenza.
Bruno Fulco
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