Conclusa con successo la prima edizione del Festival SO AGRO promosso da Irecoop e Confcooperative. Due giorni, il 27 e il 28 maggio, di dirette YouTube dal Buh12 di Padova, per un nuovo modello di produttività sostenibile per ambiente, economia e società. L’evento, promosso da IRECOOP Veneto in collaborazione con Confcooperative Veneto, rappresentava 230 cooperative attive nel settore. Un’occasione per offrire alle aziende dell’agroalimentare spunti per nuove leve di accesso ai mercati e strategie efficaci per creare un’identità forte, riconoscibile ed efficace.
Il messaggio che Tommy Meduri, cofondatore di Rete 231, ha lanciato dal palco di SO AGRO è stato risoluto: «Con il cambiamento climatico e un innalzamento delle temperature di 4°, il 56% delle attuali regioni vitivinicole è destinato a sparire, nel 2100 si arriverà all’85% che dovrà cambiare l’approccio alla viticoltura e al modello agricolo. E questo è un problema economico e di sostenibilità. Per le aziende – prosegue Meduri – diventa necessario adottare modelli virtuosi in termini di sostenibilità ambientale, aziendale e di economia circolare».
Tanti i case-history presentati in questa due giorni di SO AGRO, e per tutti, il filo conduttore è risultato essere la sostenibilità, requisito fondamentale per quelle aziende che vogliano rafforzare la propria presenza nei mercati sempre più esigenti e consapevoli.
Tra i protagonisti, alcune delle aziende più significative del panorama enologico italiano. Come Collis Wine Group di Monteforte d’Alpone (VR), una delle realtà più grandi ed importanti tra le cooperative agricole in Italia; Cielo e Terra, la cantina più grande in Europa ad essere certificata Bcorp, il Pastificio Sgambaro con il percorso di sostenibilità per la pasta «climate positive», la Amorim Cork Italia, ed ancora Caviro, Alce Nero ed FSC che promuovere la gestione responsabile di foreste e piantagioni.
Dal summit anche buone notizie: l’agroindustria ha comunque retto l’impatto della pandemia: «nel 2020 il settore ha registrato solo un -0,4% sul 2019, che si era chiuso a sua volta con un +4,5% sul 2018» ha spiegato Gianluca Toschi, ricercatore senior di Fondazione Nordest, «Nell’arco di 11 anni, dal 2008 al 2020, l’export agroindustriale è quasi raddoppiato, crescendo di quasi il 90%, a fronte di un manifatturiero che si è fermato al +18%».
Dello stesso avviso anche il presidente di Confcooperative Veneto Ugo Campagnaro: «La cooperazione è resiliente: permette collaborare per uno scopo comune ed è stata ciò che ha permesso la tenuta del settore»
Confcooperative Veneto rappresenta 230 cooperative attive nel settore agroalimentare (vino, allevamento, pesca, ortofrutta, cereali, latte e prodotti caseari, carni) con oltre 34.300 soci e quasi 11.500 addetti, per un fatturato di oltre 5 miliardi di euro.
Un’edizione, questa prima di SO AGRO, che ha voluto presentare stimoli, esempi di successo, proposte operative, mettendo a confronto, culture e contaminazioni per creare sviluppo.
Due giorni, in diretta online dal BUH12 di Padova, tra produttori esperti e relatori di grandi aziende dell’agroalimentare che hanno offerto nuovi strumenti e leve di accesso ai mercati tra sostenibilità e certificazioni e tra economia circolare, e-commerce, internazionalizzazione, comunicazione ed etichettatura.
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