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Non è solo maleducazione, ha fatto acqua il Protocollo

Che Erdogan non rappresenti il fior fiore dell’Umanità, di quella civile e civilizzata, e nemmeno incarni un campione di democrazia, è risaputo da mezzo mondo e dagli stessi suoi connazionali.

Ma non ci aspettava che un altro uomo della posizione di Charles Michel, il rappresentate in capo dell’Unione di 27 Paesi civili, assecondasse la cafoneria di quell’individuo, senza batter ciglio.

I ruoli istituzionali di Charles Michel e di Ursula von der Leyen equivalgono rispettivamente ad un Capo di Stato e al suo Primo Ministro (capo del Governo). Ragione per la quale il Presidente della Commissione Europea è secondo in fatto di importanza protocollare.

Tuttavia, il Presidente della Commissione Europea non è “sotto” il Presidente del Consiglio Europeo, si tratta di due organismi istituzionali indipendenti, come appunto il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio dei Ministri (per intenderci Mattarella e Draghi).

Orbene, i fatti li conosciamo tutti. Il Presidente dello Stato turco ha ricevuto in visita ufficiale i due alti rappresentanti dell’Unione Europea e ne ha sminuito uno, guarda caso la donna, facendo sedere accanto a sé solo l’uomo, il quale si è accomodato subito senza alcuna esitazione. E persino – come mostra l’immagine – addirittura prima del padrone di casa!

Mi è tornato alla mente un articolo, scritto per questa testata nel lontano gennaio 2015. Il titolo era “Perché gli uomini si siedono prima delle donne”, e criticavo la irrispettosa abitudine maschile di accomodarsi a tavola o in un salotto senza aspettare che tutte le donne abbiano preso posto.
È una questione di galateo e di stile. E l’educazione si impara da piccoli.

In questo caso non è mancata solo l’educazione, e mi riferisco direttamente ed esclusivamente a Messieur Michel, che non avrebbe dovuto sedersi prima di Frau von der Leyen, mai e poi mai.
A niente valgono le sue balbettanti giustificazioni di non aver voluto offendere l’ospitalità e il protocollo turco.

Pertanto, mi domando: dov’erano i responsabili del Protocollo UE?

Chiunque si occupi di relazioni pubbliche sa cosa vuol dire “Protocollo” e quali compiti (e responsabilità) include la figura del “Cerimoniere”.

Qui c’è stato un buco nel Protocollo, uno squarcio direi.

I funzionari UE non hanno pianificato il viaggio in tutti i particolari, come è consuetudine per tutte le visite? E non si erano accorti che nella sala c’erano solo due, 2, poltroncine? Per ospitare tre, 3, persone?

Mi sono immedesimata in Frau Ursula. Certo, sul momento sarei rimasta impietrita come lei. E nella mia testa sarebbero entrate vorticosamente in attività tutte le celluline grigie: a) restare in piedi e fare cenno ad uno della mia delegazione di avvicinarsi e chiedere “A me niente sedia?”, pretendendo di farmela portare, prima che iniziasse la cerimonia ufficiale, consapevole che tutti i reporter l’avrebbero notato; b) creare con questo gesto una crisi diplomatica e inficiare i motivi per i quali eravamo lì; c) fare finta di niente, in fondo sul divano di fronte stava il secondo più importante membro governativo, quasi paragonabile in grado a me, stanti le differenze di culture.

Finita la giornata, però, me ne sarei andata con il primo volo. E si arrangiassero a giustificare la mia assenza … magari per un improvviso disturbo intestinale.
Altroché aspettare la colazione del giorno dopo per farmi portare la sedia come loro!

È facile criticare a distanza. Bisogna mettersi nei panni di lei. Quelli di lui andrebbero in lavatrice a 90° con candeggina!

Maura Sacher

 


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