Anni fa Report condotto da Milena Gabanelli svelò i meschini segreti di alcune note aziende produttrici di sedicente olio extravergine italiano che impiegavano olio non derivato da frantoi italici.
Avevano cominciato a farlo assai prima che la UE permettesse che l’extravergine nostrano, il migliore del mondo, potesse essere prodotto utilizzando oli extracomunitari del bacino Mediterraneo.
Adesso Report condotto da Sigfrido Ranucci ha resa pubblica la lista delle aziende che vendono formaggi italiani fatti con latte non italiano.
La redazione di Report è riuscita ad avere la lista di coloro che utilizzano latte straniero segretata per anni dal ministero della salute.
Coldiretti chiedeva da tempo di conoscerla ma pare che negli organi direttivi della associazione ci siano persone che hanno interessi diretti nel settore caseario.
In che modo i furbetti del latte riescono a coprire il giro di importazione di latte straniero?
Utilizzando dati falsi relativi alle vecchie quote latte dichiarando una produzione maggiore.
Le quote latte furono per anni uno dei cavalli di battaglia della “lega lombarda” e a distanza di anni le norme approvate su pressione leghista fa ancora danni.
Veniamo ai marchi presenti nella lista e alle nazioni dalle quali proviene il latte utilizzato.
Galbani : Francia, Spagna, Lituania
Giglio: Ungheria
Grana Padano: Germania, Polonia, Ungheria per i grattugiati misti
Granarolo: Francia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria
Mozzarelle Cuomo: mozzarelle e latte dalla Germania
Mozzarelle Francia: mozzarelle e latte dalla Germania
Parmalat: Belgio, Croazia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria
Polenghi: Ungheria
Torreinpietra: Ungheria
Il motivo per cui queste aziende comprano latte da altri paesi UE è il minor costo al litro del latte.
Altrimenti non si spiegherebbe perché vista la produzione delle stalle italiane rimaste e l’ottima qualità e la salubrità del latte italiano.
Ad esempio il latte dei tedeschi costa 5 centesimi di euro in meno per litro.
Utilizzando grandi quantità di latte estero il costo alla produzione viene decurtato ampiamente.
Resta il problema della salubrità del prodotto che in Italia è garantita da severissime norme che non hanno contraltare negli altri stati UE.
Ovviamente molti marchi hanno replicato sostenendo che è tutto falso e hanno minacciato querele e chiesto la chiusura di Report.
Non è la prima volta e non sarà l’ultima, guarda caso le richieste di chiusura del programma vengono da chi è preso in castagna e da una ben riconoscibile fazione politica.
Umberto Faedi
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri