In occasione dell’8 marzo Just Eat festeggia la figura femminile analizzandone il ruolo nella ristorazione.
L’Osservatorio Just Eat* svela che oltre 500 ristoranti partner sono guidati da donne, nel 44% dei casi rivestono il ruolo di proprietaria e gestrice del locale e nel 73% compongono lo staff.
Sono principalmente Millennials (il 35% ha tra i 35 e i 44 anni), con una fascia di età più giovane (25-34 anni).
Il 28% delle imprenditrici del food delivery è attiva da 4-10 anni, il 40% ha aperto negli ultimi 3 anni, mentre il 25% vanta un’esperienza ultradecennale nel ruolo.
Il 65% delle proprietarie o gestrici ha uno o più figli, un aspetto che conferma l’importanza di bilanciare vita privata e professionale, senza dover rinunciare alla passione per il lavoro e al tempo da dedicare alla famiglia.
Tendenzialmente questi ristoranti sono a conduzione famigliare (51%) e vi lavorano al massimo di cinque persone (62%). Nello staff le donne cuoche o chef sono solo il 6%, ma la percentuale trova dei picchi nelle città di Genova (11%) e Napoli (14%).
Offrono cucine tradizionali (36%) e fast food (24%), proponendo pizza (51%), hamburger (13%), giapponese (6%) e italiano (5%).
L’Osservatorio Just Eat* ha esaminato anche le motivazioni che hanno spinto le donne ad aprire un ristorante di food delivery; i motivi sono tre: far scoprire cibi buoni e nuovi (36%), trasformare una passione in lavoro (34%) o continuare una tradizione di famiglia passata di generazione in generazione (16%).
Andando a indagare gli aspetti più amati di questo lavoro, spicca la relazione clienti (42%).
Dal bilancio del mondo del lavoro a fine 2020 emerge che le donne sono state le più colpite dalla pandemia – 312mila in meno occupate in un solo anno, soprattutto tra quelle autonome (fonte Istat) – mentre tra i settori più impattati figura la ristorazione, dove le donne rappresentano oltre il 50% del totale.
Maura Sacher
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