Per una strana coincidenza, la Quaresima è partita proprio quando il giorno delle Ceneri, 17 febbraio 2021, è cominciato il Governo di Mario Draghi, con un’ora intensa di discorso al Senato della Repubblica.
Di tutto quello che ha letto nelle 30 pagine, dei concetti espressi, delle parole scelte, si può ben dire che il professore sa bene di cosa parla. E indubbiamente non sono sfuggiti i significati latenti e le implicazioni delle linee tratteggiate nel programma governativo, che ben va oltre il tempo del suo incarico.
Ad un certo punto ha esteso lo sguardo verso un futuro che partirà dopo che la pandemia sarà debellata, e «in Italia questo non accadrà prima della fine del 2022». E qui la prima immediata ponderazione da fare è che per altri due anni dovremo sopportare le mascherine e le restrizioni di DPCM o simili. Con tutte le conseguenze economiche sempre più disastrose, nonostante la rassicurazione dell’impegno «a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole».
La parola pandemia è stata pronunciata 21 volte, tutto il discorso è girato attorno al fatto virale e alla necessità di avviare una “Nuova Ricostruzione”.
Già decine e decine di commentatori, osservatori e giornalisti competenti in materia di micro e macro economia e di finanza, specialmente sui canali dei media digitali, hanno espresso le loro impressioni ed i loro giudizi su come il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana si è sempre mosso sul piano internazionale.
Nel sostenere che «alcuni modelli di crescita dovranno cambiare», Draghi sarebbe in linea con il Programma del Forum economico di Davos, che ha l’obiettivo di trovare soluzioni per “migliorare la condizione del mondo”.
E non negli interessi nazionali e particolari, bensì in prospettiva di un nuovo sistema globale che parta da un grande “reset” (Agenda 2021), un azzeramento e una ristrutturazione dell’economia mondiale cogliendo la “opportunità” della pandemia, per ripensare al futuro dell’umanità.
Chi ha orecchie intenda.
Inoltre, basta leggere attentamente il suo discorso del 17 febbraio, per capire che il suo Programma è tutto ricalcato sugli obiettivi strategici delle riforme del Next Generation EU, incardinato su innovazione, digitalizzazione e transizione ecologica, e necessità di riforme (di molti settori).
Mario Draghi non è certo uno sprovveduto in fatto di dinamiche finanziarie, fiscali ed economiche europee, tanto che ha tranquillamente (perché così dà l’impressione la pacatezza della sua voce) ribadito (ribadito dato che lo diceva già quale capo della BCE) che cedere “sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa” è una necessità al pari della condivisione della prospettiva di “un bilancio pubblico comune” europeo.
Ma, arrivare alla frase «sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente», fa drizzare le antenne. Gli economisti diranno la loro.
Anche qui chi ha orecchie intenda.
Il resto delle considerazioni spetta a coloro che vogliono riflettere con la propria testa, senza pregiudizi ideologici.
Con il 17 febbraio, Mercoledì delle Ceneri siamo entrati in tempo di Quaresima, nel periodo che per la liturgia cristiana rappresenta la penitenza e il raccoglimento fino alla Resurrezione di Gesù, a Pasqua, e che la società medievale, nei rigori ascetici dei predicatori, recuperò attraverso la mortificazione del corpo e il dominio delle pulsioni.
Ho l’impressione che l’antica tradizione dei digiuni e astinenze della Quaresima, oggi ritorna più contemporanea che mai.
Mi sa che gli Italiani non mangeranno carne né di venerdì né altri giorni e non solo fino a Pasqua di quest’anno.
Maura Sacher
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