Se in tempo di Covid le autorità sanitarie pensano di distribuire in albergo cittadini risultanti sintomatici al virus ma non così gravi da necessitare il ricovero ospedaliero, perché non utilizzare le strutture ricettive per offrire un ambiente confortevole a chi è stato messo allo “smart working”?
E in effetti sembra che a questo aspetto ci abbiano pensato diversi gestori di hotel e titolari di bed&breakfast e case vacanza, in centro città o anche in campagna, con una buona vista rilassante per la psiche, così almeno viene garantito qualche cliente, vista la carenza di viaggiatori per turismo.
Sono pronte allo scopo eleganti stanze d’albergo, comode camere in appartamento, dotate di tutti i comfort, frigo bar, scrivanie, connessioni wi-fi, dove il cliente può portarsi il proprio pc ed il materiale che gli serve per il lavoro a distanza.
L’idea, già diffusa, sembra l’ultimo grido di speranza per i reciproci soggetti interessati al fatto.
Una speranza per gli operatori delle strutture ricettive che, con l’offerta di speciali tariffe, si possono assicurare un minimo sindacale di sopravvivenza.
Contemporaneamente, una speranza di aiuto e rifugio per quei lavoratori, uomini e donne, padri e madri, che non possono recarsi in ufficio e che in casa propria non possiedono spazi adeguati all’attenzione richiesto dal lavoro da remoto, stante la presenza di un coniuge soggetto ad altrettanto obbligo e di figli costretti alla didattica a distanza, bisognosi della medesima concentrazione e applicazione.
Il target di questa offerta è certamente costituito da lavoratori con disponibilità economica, ma anche da aziende che hanno interesse o necessità di offrire ai loro dipendenti degli spazi dove lavorare in modo sicuro e senza distrazioni. E soprattutto in tutta sicurezza sanitaria, giacché nel contratto rientrano tutti i protocolli di sanificazione ambientale.
Alcune strutture offrono anche soluzioni di totale confortevole accoglienza, non solo un caffè nell’intervallo ma pure una dinamica pausa pranzo studiata da veri chef, e propongono anche il pernottamento con cena da trascorrere con qualche intrattenimento di leggerezza per lo spirito.
E altre possono addirittura mettere a disposizione degli ospiti gli spazi “fitness”, palestra, piscina, in tutta fiducia nella gestione delle linee guida anti Covid approvate per il settore ricettivo.
Insomma, uno “smart working” di lusso, a misura di manager e alti gradi dirigenziali.
Ma anche di necessità per un sacco di lavoratori depressi.
Maura Sacher
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