Sandro Bottega è il patron della Bottega Spa, marchio leader nel comparto vini e liquori, presente in 132 paesi nel mondo, nei più importanti duty free e compagnie aeree e con il riconoscimento del IWSR per il Bottega Gold, quale spumante più venduto nei travel retail.
Un uomo pratico e deciso, al timone dell’azienda di famiglia dal 1983 quando alla morte del padre si è ritrovato a guidare una realtà dalla radicata tradizione vinicola che risale al 1600 quando l’avo Andrea, iniziò a coltivare la vite in uno dei posti più caratteristici: i colli sopra il Molinetto della Croda di Refrontolo. Ora la sede aziendale è a Bibano di Godega di Sant’Urbano in provincia di Treviso e i suoi distillati e i suoi vini sono venduti in tutto il mondo.
Proprio per questo il prezzo irrisorio a cui spesso viene venduto il Prosecco è per lui un argomento molto delicato.
Capita sempre più spesso di trovare nella grande distribuzione una bottiglia di Prosecco DOC in promozione al prezzo di 1,99 euro a bottiglia…
Non si tratta purtroppo di casi isolati, ma di una tendenza in atto nel mercato italiano e in altri paesi europei che svilisce la denominazione e le eccellenze dei vini che la rappresentano, non permettendo di far crescere la cultura della qualità.
Come si potrebbe intervenire?
Ovviamente nessuno può intervenire in maniera diretta sulle strategie di un’azienda, ma la corsa al ribasso del prezzo rappresenta solo una grande sconfitta, che penalizza tutta la filiera del Prosecco.
A chi giovano questi prezzi sottocosto?
È un modo per conseguire guadagni immediati, dati da grandi volumi e piccoli margini. Ma così si disprezza il lavoro dei nostri nonni e dei nostri padri, che hanno dato vita al fenomeno Prosecco, mettendo a rischio il futuro delle prossime generazioni e il loro radicamento nel territorio.
Un grande danno all’immagine…
Se non si interverrà con rigore contro queste irragionevoli pratiche di deprezzamento tutto il comparto ne risentirà. Così stiamo buttando alle ortiche gli sforzi fatti per ottenere il riconoscimento dall’Unesco e per promuovere un territorio e un vino invidiati in tutto il mondo.
Una strategia di vendita poco comprensibile…
Il paradosso di questa strategia di prezzo sta nel fatto che il Prosecco Superiore Docg, e in misura minore anche il Prosecco Doc, ha un costo di coltivazione e quindi di produzione, ben più elevato dello Champagne. Le pendenze dei vigneti dell’area del Prosecco Superiore Docg (specie le rive), richiedono infatti per la coltivazione manuale di un ettaro circa 500 ore di lavoro l’anno, contro poco più della metà dei colleghi francesi, che possono anche permettersi di utilizzare apposite macchine agricole. Riguardo alla produzione il Prosecco Superiore Docg è gravato dagli elevati costi degli impianti di spumantizzazione, mentre per lo Champagne l’imbottigliamento direttamente in bottiglia permette di operare facilmente senza grandi investimenti in mezzi di produzione. Ma non è solo una questione di costi, è anche una questione di rischi: nel caso di un’annata mediocre chi produce Prosecco può fare ben poco. Il produttore di Champagne, invece, grazie all’escamotage della «liqueur d’expedition», può correggere la qualità a suo piacimento.
Qual è la strada giusta?
Non bisogna avere fretta puntando alle vendite di domani o di dopodomani, ma ragionare sul medio-lungo periodo per costruire, mattone dopo mattone, un’immagine duratura nel tempo. Invito i ristoranti e i bar che promuovono la qualità a prendere le distanze da chi cerca la scorciatoia del prezzo basso e della qualità approssimativa.
A proposito, cosa ne pensa del nuovo Prosecco Rosé?
Ritengo possa rappresentare nel prossimo futuro una pietra miliare per invertire la tendenza.
La politica di Bottega con i prezzi invece?
Noi remuneriamo adeguatamente tutta la nostra filiera e il nostro Prosecco viene venduto allo stesso prezzo di alcuni Champagne. Nel mercato Duty Free e Travel Retail da tre anni è il secondo spumante più venduto al mondo dopo un nota Maison francese. Questo dimostra che la qualità paga. In più un Prosecco che si vende bene traina anche quello di altre cantine, mentre uno che viene svenduto svilisce tutta la denominazione.
Quali sono le vostre azioni per la valorizzazione del prodotto?
Negli ultimi anni abbiamo coinvolto centinaia di giornalisti internazionali in tasting comparati dei nostri prodotti che sono stati sempre apprezzati, anche nel confronto Prosecco vs. Champagne. Abbiamo inoltre il piacere di constatare che la qualità paga e i grandi premi internazionali, tra cui Decanter, la premiano sempre, come testimoniano le medaglie assegnate il mese scorso a 4 nostri vini.
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