Nonostante l’indiscusso patrimonio di vitigni autoctoni, di areali tanto diversi e tutti riccamente espressivi, nonostante quattro Docg tra le più interessanti d’Italia, in Campania si palesa l’amara consapevolezza che si sia appena iniziato a comunicare dei grandi vini che si producono.
Iniziare un’attività imprenditoriale vitivinicola in questa parte d’Italia è sicuramente più impegnativo che altrove, una sfida innanzitutto contro la disinformazione. L’Irpinia, il cui nome “Hirpus” – “lupo” nell’antica lingua sannita, è una terra forte, fiera come i lupi e tenace nel difendere le tradizioni contadine.
Uno scenario estasiante abbraccia l’azienda vitivinicola Macchie S. Maria a Montemiletto, boschi si alternano al paesaggio di viti e olivi che dai dorsali collinari scendono a valle fino al fiume Calore e si inerpicano raggiungendo Taurasi.
Oreste De Santis, nel 2010, conclusi gli studi in economia aziendale, non ha resistito al richiamo della generosa terra natia, dei vigneti di famiglia, e supportato dall’esperienza dell’enologo Raffaele Panarella, ha voluto iniziare la sua avventura enologica, dando vita a Macchie S.Maria.
L’azienda pur se giovane ha improntato il suo percorso su intenti chiari, fare qualità, usare le migliori tecnologie di vinificazione, impianti ad energie rinnovabili per un basso impatto ambientale nel rispetto del territorio, della sua storia e soprattutto del prodotto culturale irpino.
Attualmente Macchie S. Maria conta sei etichette di cui tre sono le DOCG irpine, poi la DOC Irpinia Aglianico, ancora Campania Aglianico e Campania Falnghina IGP, vini piacevoli che Oreste De Santis farà sì che crescano e si ritaglino uno spazio di tutto rispetto in questo affascinante mondo da degustare.
Angela Merolla
www.macchiesantamaria.com
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