La Barilla, senza alcun clamore pubblicitario, ha rinnovate alcune confezioni di pasta immesse nella grande distribuzione e quasi passate inosservate per il cliente abituato a fare la spesa cogliendo i prodotti dagli scaffali in modo automatico, facendo leva sui colori per riconoscere le marche.
Da qualche settimana è, infatti, comparso in vendita un nuovo packaging della pasta Barilla, non più identificato dal tradizionale colore blu, pure elegante, bensì azzurro cielo.
Il consumatore, trovandoselo davanti, poteva pensare si trattasse di un restlyng iconico, un cambio di colore così tanto per rappresentare una nuova immagine aziendale, oppure di una “sottomarca”.
E, invece, si tratta di una specifica linea il cui nuovo colore è l’azzurro. Un azzurro che ricorda la maglia della nostra Nazionale, il colore dello sport nostrano, oppure del cielo italiano, il colore della meditarraneità. L’obiettivo del marketing sarebbe di mettere nelle menti dei consumatori che la pasta è davvero composta al 100% di Grano Italiano.
La Barilla, pluri centenaria azienda emiliana leader nella produzione e nel mercato nazionale ed internazionale della pasta, dal noto slogan «Dove c’è Barilla c’è casa», negli anni è stata un po’ boicottata, con svariate motivazioni, anche etiche secondo molteplici pensieri, ma ora è evidentemente cambiata la sua strategia.
Non è stato emesso alcun comunicato per spiegare le ragioni del nuovo lancio e nessuna campagna di comunicazione è stata elaborata per i media nazionali, fino ad ora.
Solo uno breve cs ci è arrivato, con oggetto: Barilla rinnova la sua Pasta classica.
In cui si rende noto che “Barilla rinnova la sua Pasta classica rendendola ancora più buona e corposa, realizzata interamente con grani duri italiani selezionati. Non più solo grani di qualità ma grani 100% italiani, scelti tra le varietà migliori”, e si espongono le peculiarità: “caratterizzati da alto contenuto di proteine, elevata qualità del glutine, colore giallo dorato e basso contenuto di ceneri (sali minerali) … “per un’esperienza sensoriale superiore già al primo assaggio: una pasta nuova, tenace, ancora più corposa e sempre al dente”.
Ed ecco che la curiosità cresce e spinge ad approfondire. Al link in appendice al comunicato stampa (https://www.barilla.com/it-it/manifesto-del-grano-duro), si trova l’informazione che già nel 2018 l’80% del grano duro utilizzato negli stabilimenti in Italia per la pasta Barilla proveniva dal mercato nazionale, ed oggi siamo al 100%. I partner della svolta sono gli oltre 8 mila agricoltori, cooperative e consorzi, in 13 regioni italiane, con cui vengono stipulati accordi per contratti di coltivazione pluriennali, e prezzi stabiliti di comune accordo prima della semina, la quale rispetta il sistema della rotazione di coltura per ridurre al minimo l’uso di concimi chimici.
Quindi, niente più grano canadese soggetto a glifosato, o grani di “paesi UE e non UE”.
Ultima annotazione: i pack sono realizzati in cartoncino di fibra vergine proveniente da foreste gestite in modo responsabile secondo standard certificati, sono interamente riciclabili nella filiera della carta, senza che il consumatore debba separare la finestra in plastica.
Maura Sacher
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