Alla faccia del Made in Italy e delle etichette chiare. Nei decenni l’Italia ha sempre, o quasi, ricevuto un trattamento da parente men che povero, dimenticando che l’Italia fu grande promotrice della comunità europea.
Tant’è che i primi accordi sulla fondazione della Unione europea vennero firmati a Roma.
Solo pochi e competenti ministri dell’agricoltura italiani hanno saputo tener testa soprattutto a Francia e Germania, e più recentemente alla Spagna.
Hanno sempre infierito nei confronti della nostra unica agricoltura e viticoltura.
Mario Ferrari Aggradi, Giovanni Goria e Paolo De Castro sono gli unici che hanno ottenuto risultati a nostro favore e impedito danni maggiori.
Qualcosa ha fatto Maurizio Martina recentemente .
Tutti gli altri è meglio non ricordarli, spesso non distinguevano una pera da una mela. E cosi ci ritroviamo con la Germania e altri stati europei che possono commercializzare aceto di chissà quale provenienza come balsamico.
Questo perché i giudici cortigiani (di Germania & C) hanno sentenziato che una azienda che non produce l’aceto in provincia di Modena o Reggio Emilia può proporre nel mercato un prodotto chiamato “aceto balsamico” a patto che non includa nel nome nessun riferimento geografico.
L’azienda crucca Balema commercializza prodotti (?), quindi più di uno, a base di aceto provenienti da vini del Baden (Pinot Bianco, Muller Thurgau, Riesling e Pinot Nero le varietà più coltivate in questo land teutonico) utilizzando la dicitura “balsamico”.
Il consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena aveva chiesto alla corte europea che la crucca Balema cessasse l’utilizzo della denominazione aceto balsamico per i propri prodotti.
La teutonica Balema ha fatto ricorso alla Corte di ingiustizia europea che ha sentenziato quanto detto prima.
Dal 2009 l’Aceto Balsamico di Modena è inserito nel registro delle IGP e non è da confondere con l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Reggio Emilia che gode del marchio DOP.
In sostanza tutti in Europa possono produrre aceti balsamici in chissà quale modo e con chissà quali vini o mosti, basta che nelle ingannevoli etichette apposte sulle bottigliozze non compaiano le diciture geografiche Modena e Reggio Emilia. Grazie Europa!
Umberto Faedi
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