Stile e Società

Il lusso nel piatto per chi se lo può permettere

No, non ci riferiamo alle stoviglie di lusso in tavola, ma a quello che vi viene servito e sinceramente ci vergogniamo non poco a scrivere sull’argomento del lusso, eppure esistono cibi considerati tra i più cari al mondo e qualcuno di sicuro li consuma mentre altri stanno a bocca asciutta (e spesso a stomaco vuoto).

Viste le premesse del nostro futuro economico generale, e considerato che sognare non nuoce alla salute, anzi, anche in merito alle pregevolezze commestibili, non vogliamo esimerci dal dare un contributo ai sogni gastronomici dei nostri lettori, informandoli che esistono alcuni cibi estremamente pregiati, di lusso, dai “sapori e profumi unici al mondo”.
Alimenti dai costi altissimi, non proibitivi per una parte delle persone che vivono su questo Pianeta.

Un vero lusso, ad esempio, la bistecca di Hida-Wagyu, carne di manzo giapponese da 1.000 dollari al kg (circa 914 euro al cambio odierno), che si può gustare al Taki Restaurant, gestito dalla signora Yukari, nel quartiere Prati a Roma, a due passi da Piazza Cavour. I bovini di razze selezionate geneticamente circa un secolo fa, sono allevati per i primi mesi allo stato quasi brado in montagna, alimentati a erba, per poi passare al fieno di riso e altri mangimi rigorosamente vegetali autoctoni, con tutti i passaggi regolamentati e certificati da rigide direttive ministeriali nipponiche.

Di gran lusso anche il caviale Almas Beluga, ricavato da storioni del Mar Caspio con almeno 100 anni di età, una inimmaginabile rarità. Per chi volesse acquistarlo, va segnalato che da Caviar House & Prunier a Piccadilly Circus, Londra, viene venduto (a 25.000 dollari al kg, circa 23mila euro) con un packaging davvero singolare: un piccolo contenitore d’oro a 24 carati. Che il caviale fosse un alimento di lusso, è noto, ma il caviale Beluga, quello vero, è ritenuto il più prezioso e raro e viaggia sui 18mila euro al chilo. Non ci possiamo meravigliare che se grandi Chef propongono piatti con uova di storione a prezzi da capogiro.

Al mondo esistano anche altri alimenti di gran lusso, valutati di gran pregio per le loro qualità, e non parliamo di ostriche o aragoste, accessibili ai portafogli gonfi anche di gente “comune” per una follia gastronomica «una tantum», bensì di meloni ed angurie giapponesi (coltivati in serre a Yūbari, Hokkaido, una piccola città vicino a Sapporo) o di miele (come quello turco, estratto a 1800 metri di profondità presso la valle di Saricayir), che pure hanno una rete di mercializzazione, magari limitata.

Per stare a casa nostra, citiamo, come gustoso e “lussurioso” esempio, il rinomato, altamente apprezzato, Tartufo bianco di Alba, considerato il re di tutti i tartufi, il più profumato, il più aromatico tra tutti i tartufi di cui possono vantarsi altre regioni italiane, ed estere. Il prezzo record per un tartufo bianco di Alba di 1 kg e mezzo, venduto all’asta ad un investitore cinese, è arrivato a oltre 160 dollari.
Tra poco, dal 5 ottobre al 24 novembre 2019, si svolgerà la 89a Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, che presenta un fitto programma di appuntamenti e approfondimenti dedicati ai gourmand e agli enoturisti più esigenti. Forse, un lusso a cui non si riesce a resistere.
Magari rinunciando ad altri.

Maura Sacher


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