Negli ultimi anni le aziende di ogni dimensione e localizzazione hanno iniziato a dedicare sempre maggiore attenzione all’importanza delle risorse umane per migliorare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti. In quest’ottica la costruzione di un gruppo di lavoro coeso ed efficiente è diventato un imperativo e le attività di “team building” sempre più ricercate. Quello che non tutti sanno, però, è che alcune delle esperienze più innovative nella costruzione di team di lavoro affiatati sono arrivate coniugando l’enologia e il divertimento che solo il magico ambiente dei casinò di Las Vegas, sempre più attento al food & wine, è in grado di regalare.
In Francia, da oltre quindici anni, “Cinéréa International” offre alle imprese un’esperienza irripetibile: quella dell’ “œnoludisme”, ovvero un’attività di team building che mette insieme il mondo del vino con i giochi più amati dei casinò. Si va dal “Casinò del vino” passando per i laboratori di assemblaggio di vino e Champagne, fino ad arrivare alle ormai classiche degustazioni alla cieca e ai quiz a tema enologico.
D’altronde i giochi da casinò, anche grazie ai nuovi standard di sicurezza, stanno spopolando in tutto I settori, enologia compresa, trovando nuove applicazioni innovative che vanno ben oltre il mero divertimento fine a sé stesso.
È con questo approccio che la compagnia Eden Events ha creato “Cavino”, un’esperienza di team buliding che consente allo stesso tempo di assaggiare dei vini di altissima qualità e favorire l’aggregazione e l’intesa fra i partecipanti attraverso i giochi da casinò. Con “Cavino” ci si siede attorno ai tavoli, si cerca di riconoscere il vino del proprio bicchiere, la sua provenienza e gli aromi e si vincono i gettoni alla roulette o alle slot machine che, una volta terminata la sessione, potranno essere reimpiegati per acquistare campioni di vini prestigiosi o altri premi.
A rafforzare il binomio tra enologia e discipline da casinò ha contribuito in epoca recente anche l’esperienza di alcuni professionisti del tavolo verde che hanno lasciato i tornei per dedicarsi proprio alla coltivazione vinicola. Tra questi spicca la storia di Joe Sebok, professionista americano “discepolo” di Barry Greenstein che qualche anno fa ha deciso di cambiare rotta e investire nel settore vinicolo. Sebok ha infatti impiegato buona parte dei guadagni ottenuti per trasferirsi da Los Angeles a Santa Rosa, nella Bay Arena, e acquistare un impianto per vinificare, iniziando a lavorare per diverse cantine locali.
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