La spesa si fa sempre più diffusamente in rete, così, per fare acquisti, non occorre spostarsi da casa, bastano poche digitate su una tastiera e in poco tempo arriva a domicilio quanto serve, qualunque immaginabile prodotto.
La new-economy ha portato il mercato on-line e questo oggi vola alto attraverso le sempre più evolute piattaforme informatiche e con la varietà di applicazioni create nello specifico.
Sembra che alla gente pesi fare quattro passi o prendere l’autobus per recarsi in centro a fare shopping e persino l’automobile per spostarsi in periferia (della città, del comune, della provincia), là dove sono sorte come fungaie le mega strutture che offrono l’imbarazzo della scelta tra i prodotti e aggiungono ogni sorta di comfort per le ore di presenza, persino studiate a misura di famiglie con prole al seguito.
Ricerche recenti sui consumi italiani, e sulle fasce d’età in relazione ai prodotti scelti, mostrano che tra i frequentatori degli esercizi commerciali i clienti giovani sono in minoranza. Infatti, costoro, unitamente ai meno giovani emancipati, sempre con maggiore frequenza utilizzano altre vie per raggiungere il prodotto agognato.
Emerge pure che la vendita on-line di prodotti eno-gastronomici tira molto, e diverse aziende hanno quasi esclusivamente questa via come canale di vendita, diretta e privilegiata. E dire che fino a qualche anno fa riscontravamo una certa ritrosia, per non dire impreparazione, gestionale a sfruttare i canali informatici per descrivere la propria azienda e rendere nota via etere la propria attività.
Lo slogan “dal produttore al consumatore senza intermediari” oggi sembra vincente, appoggiato dai Consorzi del settore agroalimentare e dalle Associazioni che sostengono. Questa conquista nel campo del commercio, in effetti, se ben sfruttata, porta dei vantaggi per i produttori, specie ai più piccoli e a conduzione familiare, possono essere concorrenziali al mercato della grande distribuzione.
Altri sondaggi evidenziano quanto i consumatori mirino (e pure ci si divertono) a rintracciare prodotti di nicchia (in particolare olio e vino) lontano dai supermercati cittadini e persino al di fuori di punti di vendita specializzati presenti in città. In parte, perché da veri appassionati vanno alla ricerca dei più genuini prodotti regionali, per il proprio piacere, o al fine di vantare competenza con i propri ospiti, oppure – e non è da scartare – perché è più facile farsi arrivare a domicilio la merce piuttosto di sobbarcarsene il peso fino a casa.
Tuttavia il sistema delle App, software di Apple universalmente usato, offre una miriade di possibilità e, restando nel settore alimentare, ad esempio nella scelta del ristorante da prenotare per una cena, della pietanza pronta, anche da cucina esotica, da far arrivare a casa.
“App-store” grande invenzione per alleggerire lo sforzo fisico della gente.
Ricordo che più o meno trenta/quarant’anni fa mi colpì una vignetta che profetizzava il futuro delle nuove generazioni: c’era una tastiera e un essere umano con delle dita sopra, di cui la smisuratamente più lunga era l’indice.
Maura Sacher
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