È ufficiale, il Soave è patrimonio dell’umanità per l’agricoltura, il primo in Italia legato alla viticoltura dopo un lungo e lungimirante percorso avviato prima del 2007 che si è concluso con il riconoscimento come sito GIAHS – FAO.
Alle spalle c’è un decennale lavoro intrapreso dal Consorzio Tutela attraverso studi, pubblicazioni e altri riconoscimenti, come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano, coronato oggi con la dichiarazione da parte dal comitato scientifico della FAO di 53simo sito mondiale secondo il programma GIAHS.
GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) è un programma attivato dalla FAO dal 2005 che promuove a patrimonio dell’umanità l’individuazione, la conoscenza e la consapevolezza dei sistemi rurali, con l’obbiettivo di sostenere a livello mondiale i paesaggi rurali particolarmente ricchi di biodiversità, legati a pratiche agro-silvo-pastorali di particolare valore storico-culturale, identitario e sociale.
Con questo riconoscimento vengono di fatto tutelati i tratti distintivi di questo territorio che sono la pergola veronese, il sistema delle sistemazioni idrauliche coni muretti a secco e terrazzamenti, l’appassimento e il Recioto di Soave e, non di meno, l’organizzazione sociale costituita dai 3.000 viticoltori riuniti in una cooperazione virtuosa che ogni giorno con fatica coltivano le uve che crescono sui suoli vulcanici e calcarei della denominazione. Valori e tradizioni centenari, tramandati di generazione in generazione e ancora vivi.
Il traguardo odierno è merito di un lavoro iniziato nel 2006 con la pubblicazione di «Un paesaggio Soave» che metteva in risalto il valore intrinseco tutti quegli elementi distintivi e identitari del territorio da più di 200 anni dedito alla viticoltura. Altra significativa fase fu la pubblicazione nel 2015 del dossier, coordinato dal Consorzio, «Origine, stile e valori», che ha portato al riconoscimento come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano; infine la scrittura della candidatura GIAHS, redatta da Aldo Lorenzoni in collaborazione con Chiara Mattiello e tutto il team del Consorzio che ha lavorato alacremente in questi anni per raggiungere questo risultato.
«E’ una grande, grandissima soddisfazione – spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio Tutela Vino Soave – che mette Soave tra i più importanti sistemi agricoli e vitivinicoli al mondo, per la sua capacità di mantenere tradizioni centenarie, pur nella innovazione che deve contraddistinguere un sistema produttivo moderno, efficiente e capace di produrre reddito. Soave diventa esempio per l’intera umanità e di questo non possiamo che essere felici».
«Il riconoscimento non è un traguardo ma un punto di partenza, – dice Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio – fatto dai tanti progetti che stiamo impostando per la conservazione dinamica di questo sito che è considerato unico al mondo. Tutto il sistema produttivo, attraverso questi progetti sta andando nella stessa direzione, fatta di sostenibilità e di fiducia nel futuro».
Maura Sacher
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