C’è gente che vigila con occhi ben aperti, girando per il mondo, per scoprire le provocazioni al Made in Italy alimentare, e l’attività di monitoraggio dei mercati esteri ha battuto ancora un colpo, questa volta con la Mozzarella Catalana.
A Barcellona, e nei negozi alimentari catalani, è in vendita un prodotto caseario denominato «la Bùfala de l’Empordà», che riporta sull’etichetta la dicitura “Mozzarella Catalana” e la specificazione si tratta di 100% latte di bufala. La “Mozzarella Catalana”, proprio scritto così, si legge bene, ha conquistato i palati catalani e sta guadagnando quote di mercato a discapito del prodotto Mozzarella di Bufala Campana Dop.
Tanto che, girando nel web, ho scoperto che ne parla molto bene addirittura una gastroblogger nativa di Torre del Greco, Napoli, trapiantata in Catalogna nel 2002 e colà vincitrice di premi, grazie al suo libretto di ricette della cucina napoletana tradizionale, «La pasta per al catalans». Ebbene, Antonella Speranza, questo il suo nome, alla voce “Caprese”, scrive che per il piatto è meglio usare la «mozzarella de búfala catalana que, insisteixo, és millor de moltes mozzarelle en bossa importades de Itàlia». Sì proprio così: la mozzarella catalana, prodotto locale, rende di più al suo palato partenopeo, rispetto ad altre mozzarelle importate.
La citata mozzarella viene da una fattoria nell’Alt Empordà, in provincia della Girona, zona nota per la denominazione d’origine vinicola, dove si lavorano anche altri prodotti caseari, di pasta dura o yogurth, dichiaratamente con il latte di mandrie di bufale a libero pascolo (e i pascoli sono estesi, come si vede dai filmati). Una parte dei soci de “La Bufala de l’Empordà sl” è italiana, come pure il veterinario e il maggior numero di bestiame è stato importato dall’Italia nel 2011 per far nascere l’impresa.
Tuttavia, il nostro Consorzio per la tutela del formaggio Mozzarella di Bufala Campana ha fatto eseguire degli specifici controlli sul prodotto catalano presso un laboratorio privato e dal laboratorio dell’Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno con sede a Portici, e gli esami hanno rilevato la presenza di latte vaccino e non interamente latte di bufala.
Della vicenda è stato informato l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Ministero per le Politiche agricole (ICQRF), il quale – fidandosi dell’informativa-denuncia – si è immediatamente attivato sulla piattaforma Europea Food Fraud Network per allertare le Autorità spagnole circa la “frode”. E tempestivamente ha diffuso un comunicato stampa, con una puntuale dichiarazione del Ministro Centinaio.
Senza nulla togliere alle buone intenzioni di controllo a tutela dei consumatori e dei produttori qualificati, andando direttamente alle fonti locali, può venirci il dubbio che il tutto sia una grande “bufala”.
Insomma la mozzarella campana sarà sempre la mozzarella campana da bufale campane, e la mozzarella catalana è di bufale con cittadinanza catalana.
Maura Sacher
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri