Nuova campagna Fipe per sensibilizzare contro lo spreco di zucchero. Le bustine ogni anno generano 14 milioni di chilogrammi di rifiuti.
Sensibilizzare gli esercenti e i consumatori contro lo spreco di zucchero dovuto all’uso delle bustine. Questo l’obiettivo della campagna #usalazuccheriera lanciata da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), impegnata per la diffusione di una cultura del rispetto del cibo che passi anche per la promozione di azioni concrete.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi della Federazione l’uso dello zucchero in bustina genera 14 milioni di chilogrammi di rifiuti aggiuntivi e 64 milioni di euro di maggiori costi a carico di consumatori e pubblici esercizi. La Campagna nasce da un’indagine condotta dalla Federazione, che ha comparato i consumi di zucchero in bustina con quelli in zuccheriera, che consente di dosare perfettamente la quantità di zucchero di cui si ha bisogno.
Un confronto che non lascia molti dubbi: 46,3 milioni di kg. contro 32,4 milioni di kg, pari ad un costo di 92,6 milioni di euro delle bustine contro i 29,2 milioni di euro delle zuccheriere. Volgendo lo sguardo alla sostenibilità economica e ambientale è chiaro che la zuccheriera risulta l’opzione preferibile, perché l’uso di zucchero in bustina nei pubblici esercizi determina uno spreco di prodotto pari al +42,9 per cento, cui va aggiunto lo spreco di carta delle mono-confezioni, e una maggiorazione di costi del 63,5 per cento.
La disparità tra prodotto consumato, o meglio sprecato, e costi si deve soprattutto al fatto che i clienti al bar spesso non usano tutto lo zucchero contenuto nelle bustine. “Così come fatto con l’attività relativa alla doggy bag, anche con questa Campagna – ha dichiarato Maurizio Tasca, consigliere nazionale Fipe – la Federazione ribadisce la propria volontà di sensibilizzare esercenti e consumatori contro lo spreco alimentare e con un occhio di riguardo anche alla salute dei consumatori”.
L’utilizzo dello zucchero in bustina al bar è stato introdotto da un decreto legislativo del 2004 in attuazione di una Direttiva Europea del 2001 secondo cui “lo zucchero di fabbrica e lo zucchero bianco possono essere posti in vendita o somministrati solo se preconfezionati”. La violazione di tale regola comportava una sanzione di natura amministrativa di diverse migliaia di euro.
Soltanto una deroga del ministero delle Attività Produttive su iniziativa di Fipe permise di poter reinserire l’uso dei dosatori con beccuccio al posto delle zuccheriere con coperchio, anche se il timore di sanzioni e la consuetudine delle bustine aveva reso superflua la loro presenza su tavoli e banconi di bar e ristoranti.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri