La relazione tecnica sull’andamento e le prime valutazioni dell’annata viticola 2013, presentata ai produttori associati al Consorzio Friuli Colli Orientali-Ramandolo alcuni giorni orsono, ha fotografato una situazione nel complesso non entusiasmante, tuttavia sufficientemente soddisfacente in termini di resa di qualità.
Il 2013 anche nei Colli Orientali è stato un anno con piogge al di sopra della media, tranne che nei mesi estivi, dove, comunque, le temperature non hanno subito oscillazioni con picchi di rilievo per un tempo troppo lungo. Ciò ha determinato uno sviluppo vegetativo ritardato che ha portato, pure, a una vendemmia leggermente ritardata, iniziata ai primi di settembre e proseguita fino a ottobre in condizioni meteo più che ottimali.
Se la produzione media delle uve è stata significativamente inferiore rispetto all’anno precedente, la gradazione zuccherina è risultata molto vicina alla media.
Alla vendemmia, infatti, è stato raccolto un numero di grappoli per pianta inferiore alla media, il più basso degli ultimi otto anni, con una sensibile riduzione anche del loro peso medio degli acini (-30 per cento), ma questo ha permesso di ottenere uve mediamente più concentrate.
Tra i rossi, il Merlot e l’autoctono Pignolo vengono segnalati per il quadro polifenolico molto equilibrato.
Secondo i tecnici del Consorzio, la stagione appena conclusa ha consentito di portare in cantina uve con un’ottima salubrità e un più che buon contenuto analitico di sostanze coloranti e tannini.
La produzione Friuli Colli Orientali, che tra l’altro si caratterizza per la manualità delle vendemmie, è nondimeno rigorosamente contenuta in termini quantitativi, sia per l’estensione della zona collinare sia per tenere alto lo standard qualitativo sia in funzione della mission che vuole preservare quella speciale interazione tra uomo-vitigno-territorio che regala sensazioni uniche.
La superficie a Doc del 2012 si attesta sui 1.875 ettari, per una produzione di 110.000 ettolitri di vino, per il 58 per cento bianco e 42 per cento rosso.
I vitigni autoctoni coltivati nella zona Friuli Colli Orientali sono la Malvasia, il Picolit, il Pignolo, il Refosco dal peduncolo rosso, la Ribolla gialla, lo Schioppettino, il Tazzelenghe, il Tocai friulano e il Verduzzo friulano. Alcuni di questi possono vantare oltre duemila anni di storia documentata, da quando i Romani, come narra Tito Livio, stabilirono la prima colonia intorno al porto di Aquileia.
Attualmente il disciplinare di produzione Friuli Colli Orientali annovera il maggior numero di vitigni autoctoni in Italia.
Maura Sacher
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri