Durante il Taste of Roma la nuova rete Le Vigne di Roma è stata presentata ufficialmente al pubblico. Ma non è stato un battesimo perché il nuovo sodalizio aveva già visto la luce in febbraio. In questi mesi però il numero di Aziende che lo compongono è aumentato fino al gruppo attuale, composto da: Marco Carpineti, Casale del Giglio, Casale della Ioria, Castello di Torre in Pietra, Cincinnato, Consoli, Famiglia Cotarella, Federici, Donato Giangirolami, Papalino, Poggio Le Volpi, Principe Pallavicini, Tenuta Sant’Isidoro e Terre di Marfisa.
Tra gli intenti dei produttori quello di sviluppare azioni di marketing, da attuare in maniera congiunta e volte al rilancio del vino laziale sul mercato Italiano ed internazionale. Secondo Carlo Hausmann Assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Le Vigne di Roma rappresentano una strategia importante di promozione del vino: “è il frutto di tante riflessioni e idee condivise e sviluppate insieme. Oggi quelle idee sono diventate una realtà, pronta a mettere a frutto un grande obiettivo: quello di lavorare in squadra, con traguardi condivisi e vantaggi evidenti per tutti”. L’assessore spiega inoltre quale sono le intenzioni che si propongono: “essere un punto di riferimento, di incontro, di dibattito, di scambio di esperienze e di progettualità, per il consolidamento e lo sviluppo della presenza regionale, nazionale ed internazionale dei vini della regione Lazio”.
Una delle leve strategiche del gruppo sarà sicuramente quella di aumentare il numero dei vini Laziali in carta nei ristoranti locali, presenti spesso in maniera limitata se non del tutto assenti. Finalità da raggiungere attraverso il coinvolgimento diretto dei ristoratori, organizzando per loro workshop e visite in Azienda mettendoli a contatto diretto con i prodotti per aiutarli al meglio nella proposta. Le iniziative saranno orientate anche al grande pubblico, attraverso incontri e manifestazioni con il Vinitaly 2018 in primis.
Il Lazio è un patrimonio da esprimere ancora a pieno come sottolinea Marco Carpineti: “Roma produce vini da oltre mille e ottocento anni e insieme vogliamo divulgare questa ricchezza”. Le Vigne di Roma si propone anche di collaborare con le istituzioni di settore, come afferma l’Amministratore Unico di Arsial Antonio Rosati: “L’importanza di cooperare per competere è il principio che ho sempre sostenuto e del quale sono pienamente convinto. La nascita del nuovo soggetto collettivo, primo nato tra le realtà vitivinicole regionali, dimostra la volontà delle aziende di attivare un percorso di crescita comune per una piena valorizzazione delle eccellenze vinicole della regione attivando una sinergia importante che, sedendo al tavolo con le Istituzioni, potrà dare un contributo significativo nel delineare politiche e progetti in campo vitivinicolo”.
Le aziende partecipanti tengono a sottolineare di essere tutte a carattere familiare, anche Casale del Giglio con la sua produzione che supera il milione di bottiglie. Alla sua guida Antonio Santarelli che così motiva l’iniziativa: “Si tratta di fare rete tra i produttori che più caratterizzano la qualità del Lazio. Creare attività di promozione e ricerca per far scoprire al mondo il vino del Lazio, ancora poco noto anche a casa sua. Roma è una miniera d’oro, ma siamo ancora scarsamente presenti. La cucina romana è un’istituzione e dovremmo unire queste sinergie per offrire anche ai turisti una presentazione decorosa delle nostre risorse”.
Ottime finalità che si spera vengano tutte raggiunte. Presentarsi però come rete che più caratterizza le qualità del Lazio non è esattamente corretto, forse fuorviante per chi ha interesse ad approfondire le grandi qualità del terroir laziale. Si rischia di lasciare fuori da questo elenco elettivo, Aziende che da questo punto di vista sono estremamente rappresentative e che di qualità ne stanno facendo eccome. Aziende che per numeri produttivi stentano a presentarsi al grande pubblico, non aiutate dai diversi meccanismi del sistema, da quello distributivo a quello della comunicazione e delle guide.
Ed è qui che sono riposte le aspettative di quanti hanno a cuore la viticultura regionale. La speranza è che le Vigne di Roma, una bellissima iniziativa dal sicuro potenziale, sia uno strumento in grado di favorire anche lo sviluppo delle piccole realtà. Così facendo si favorirebbe una sinergia di contenuti in grado di esprimere a pieno tutte le peculiarità di un territorio estremamente vocato, superando in valore tutti gli aspetti commerciali. Il risultato consentirebbe di presentarsi sui mercati come una forza importante, che il Lazio ha ma che non è mai stata in grado di esprimere totalmente.
Gli esiti non proprio brillanti di alcune iniziative del passato, dimostrano come per garantire il successo non sia sufficiente avere la possibilità di poter spendere un nome di così forte impatto come quello di Roma. La rete delle Vigne di Roma è ora chiamata alla prova dei fatti, per intrecciare di nuovo la storia millenaria della viticultura laziale con quella del vino.
Bruno Fulco
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