Ancora uno schiaffo a mano piena dall’Europa al settore pesca, solo che questa volta ci rimettiamo circa 4000 posti di lavoro, tra pescatori e indotto.
Sono in molti in queste ore a chiedersi cosa sia successo a Bruxelles relativamente alla trattativa tra gli Stati membri dell’Unione europea sulla ripartizione delle quote del pesce spada.
I retroscena sono poco chiari, ma il risultato è finito sulla Gazzetta ufficiale UE: 3.736,26 tonnellate di quota per l’Italia, circa 500 tonnellate in meno rispetto alla campagna 2016.
“Una quota insufficiente, che penalizza fortemente l’Italia mettendo a rischio la sostenibilità economica e i posti di lavoro di centinaia di imprese di pesca”.Lo dice Angelo Petruzzella coordinatore pesca di Legacoop agroalimentare.
Si susseguono gli interrogativi che in queste ore non trovano risposte plausibili: perché l’Unione europea in sede ICCAT presenta i propri dati, compresi quelli dichiarati dall’Italia, per ottenere un numero il più possibile elevato di catture e poi in fase di trattativa interna tiene a riferimento un altro periodo temporale che favorisce la Spagna?
“Ci troviamo di fronte all’ennesimo colpo di mannaia dell’Unione europea a danno della pesca italiana.
Occorre una presa di posizione forte del Governo: lo invitiamo pertanto a valutare urgentemente l’opportunità di impugnare il provvedimento comunitario.”
Ps. Poveri noi, qualcuno parlava di gufi, non è che da quando questo ne parla sia proprio lui il gufo.
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