Se sommiamo i premi ricevuti dal Bursòn ce ne sono tantissimi, ultima medaglia d’oro in ordine di tempo è quella della famosa guida francese Gilbert & Gaillard che ha assegnato ben 88/100.
Poi Gran Medaglia d’oro al Concorso Mondiale di Bruxelles, il bronzo di Decanter e altre citazioni nelle guide.
In questi anni l’azienda è cresciuta e vende sopratutto in Giappone, ma ultimamente anche il pubblico italiano si è interessato a questo vino, non fosse altro per curiosità; spesso si leggono sui giornali le iniziative a cui partecipa con grande profitto e i commenti estremamente favorevoli del pubblico.
Tornando all’ultima medaglia guadagnata in Francia, apro una parentesi per dire che solitamente i francesi non amano i vini italiani e all’assaggio per ottenere il loro plauso deve essere veramente più che buono. In effetti l’annata 2011 è stata ottima per questo territorio, e attualmente ha raggiunto un grado di maturazione in bottiglia, che lo fa primeggiare in qualsiasi contesto, sempre che lo si assaggi senza pregiudizi.
Possiamo dire senza ombra di smentita, che la professionalità raggiunta dalla famiglia Rusticali è arrivata all’equilibrio, con la filosofia che sa come trattare il vino partendo proprio dalla vigna.
Ricordo a chi non ha ancora avuto l’occasione di assaggiare il Bursòn che le uve sono Longanesi, questo grappolo quando matura ha tutti gli acini rossi e uno rimane verde, quando anche questo diventa rosso è il momento di vendemmiare. L’uva Longanesi passa un periodo in appassimento che può durare da venti a quaranta giorni, poi il vino rimane in botte per altri tre anni e quando poi lo si mette in bottiglia deve affinare per almeno sei mesi, e dopo questa lunga processione arriviamo noi che nello spazio di un pranzo lo beviamo tutto, tanto lavoro per darci un gratificante piacere.
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