Tante le attese per il nuovo anno in arrivo per ricominciare a guardare al futuro con più ottimismo. Non ci vuole molto, soltanto che ognuno faccia la sua parte, soprattutto chi ha ruoli importanti.
Non mi appassionano i bilanci di fine anno, né tanto più sapere come sarà composta la lista della spesa per il cenone, o quanto vino berremo, o ancora quanti milioni di euro spenderemo per passare l’ultimo dell’anno fuori casa. Tutto scontato.
Ogni anno la stessa solfa! Sono le aspettative per il 2017 che mi interessano. Non basta brindare al nuovo anno con spumanti italiani, è necessario iniziare il 2017 con la consapevolezza di lavorare per tutelare e valorizzare lo scrigno delle eccellenze enogastronomiche di casa nostra.
Non possiamo più scontare il peso delle contraffazioni e delle alterazioni delle nostre tipicità a livello internazionale. Il danno economico, che supera i 60 miliardi di euro l’anno, non è più accettabile. Il falso Made in Italy va combattuto con tutte le risorse disponibili.
Dovremmo volerci un po’ più bene, e scrollarci di dosso questo neo feudalesimo imperante che ci opprime, a tutti i livelli. Sentire dire da autorevoli personaggi dell’enogastronomia che in Italia si mangia male, un esempio per tutti, è una falsità e chi lo dice è consapevole che sta affermando una corbelleria.
Chi vuole creare le proprie fortune sulla dissacrazione di ciò che di buono riusciamo a fare, va isolato e non riverito. Il diritto di critica in una democrazia va garantito, quello di sparare a zero contro tutto e tutti no.
Ecco, immagino un 2017 in cui i critici per professione facciano un po’ il mea culpa e rivedano alcune loro affermazioni che hanno fatto e continuano a fare male al settore agroalimentare in generale.
Un 2017 in cui si riesca a fare sistema, senza invidie o colpi bassi, perché dalla crescita i vantaggi sono per tutti, anche per i soloni del nulla.
Buon anno!
Piero Rotolo
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