Mancano pochi giorni a Natale, tra gli ultimi frenetici pensieri ai regali da fare a parenti ed amici, molti di noi sono concentrati sull’allestimento della sala da pranzo e della tavola che diventerà il luogo nevralgico della festa con le pietanze che si serviranno.
Se il Natale deve essere una Festa per tutti, è controproducente snervarsi pensando di accontentare tutti gli invitati, che per tradizione sono i più stretti famigliari, con l’aggiunta magari di qualche amico, molto intimo o molto solo, che è buona cosa invitare facendolo sentire parte della famiglia.
Fare “bella figura” è insito nell’indole di ciascuno di noi, tuttavia, specie in questa occasione, in cui il pasto assume un significato particolare, basta veramente poco per condividere la serata magica della Vigilia o il pranzo del 25 dicembre, per chi segue la propria tradizione.
La tavola del Natale richiede solamente un qualcosa di più, rispetto alle altre cene importanti ove si schierano le migliori suppellettili che abbiamo in casa, per esempio una tovaglia consona all’atmosfera, optando per una a sfondo bianco senza che manchino il rosso e il verde, di qualche decorazione che rievochi l’occasione, di un menù che si ispiri alla tradizione.
Riguardo al menù, è bene non strafare solo per impressionare i convitati. La peggior cosa che capiti in queste feste è buttare nella spazzatura chili di avanzi. Da ciò il consiglio di conoscere in precedenza i gusti degli invitati, sia per cosa mettiamo in tavola alla Cena della Vigilia sia per il Pranzo del Natale, dal momento che sempre più spesso scopriamo intorno a noi persone con qualche problema alimentare.
Un breve accenno ai regali che gli invitati porteranno. Il momento dello scambio dei doni è alla fine del pasto, quando la tavola, liberata da tutti i piatti, viene allestita per il dessert.
Lo scambio di strenne (pochi lo sanno) è un rituale millenario, ha radici pagane ma è ‘sacralizzato’ dalla tradizione cristiana secondo cui all’annuncio della nascita di Gesù le genti portarono ogni tipo di doni alla Sacra Famiglia, soprattutto mangerecci, e i Re Magi arrivarono con strenne dal valore simbolico.
Escludendo i ‘pensierini’ frivoli, inutili e banali, che finiranno in fondo ad un cassetto o per essere riciclati negli anni a divenire (e guai ad elargirli alle persone che ce l’hanno donato!), a parte i regali di un capo d’abbigliamento che sappiamo essere ‘essenziale’ al ricevente, il bon ton, aggiornato e rivisto, non considera disdicevole che per Natale ci si scambino regali di tenore enogastronomico.
Non è forse un modo dì perpetuare la tradizione antica?
Il bon ton del Natale, essenzialmente, ci impone solo di attenerci allo spirito di letizia e di affettuosa, sincera, corrispondenza di sentimenti, allontanando rancori e acredini. Altrimenti sarebbe ipocrita lo scambio di auguri con l’innalzamento dei calici.
Buon Natale!
donna Maura
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