Palazzo Pretorio ospita un interessante museo con vestigia della grande civiltà’ etrusca. EatPrato prende spunto dall’anniversario dei trecento anni dall’editto sul Carmignano di Cosimo III° de’ Medici.
Delimitava a 4 aree territoriali la messa a dimora e la coltivazione ed impediva ad altri di utilizzarne la dicitura. Molte Denominazioni e classificazioni anche importanti hanno molti meno anni di storia, alcune meno di sessanta anni .
E’ questo il valore aggiunto, oltre il territorio, che fa grande un vino. Nel 1971 il consiglio comunale della cittadina di Carmignano delibera l’uscita dalla denominazione Chianti per lavorare sull’identità anziché fare squadra per vendere le bottiglie ed e’ la seconda data cruciale nella storia di questo vino.
Nel territorio si trovano le condizioni migliori per l’altitudine che le piante di Sangiovese prediligono, oltre alle precipitazioni più favorevoli. Pure il Cabernet Sauvignon trova ottima dimora in questi poderi.
Prima di andare a cena in pochi fortunati saliamo sulla terrazza del palazzo comunale per fare un brindisi.
Ci spostiamo al delizioso giardino sopraelevato Buonamici per la cena. Cominciamo la cena con bignè ripieni alla mousse di baccala’, poi gamberi su mattonella di burrata e granelli di pistacchio.
Pane arabo allo zafferano con cipolla e crema di pecorino, cremoso di mortadella alla fragola e pistacchio, mezza sfoglia di Prato con mousse di pecorino 18 mesi a latte crudo e granelli di mandorla, crema di patate con polpo e salsa verde, sandwiches di sarde marinate al pomodoro e all’aceto e zucchine.
A disposizione un banco di assaggio dei vini con le cantine del Carmignano per gli abbinamenti. Interessante una postazione con il Vermut di Prato che pare sia di antica tradizione.
dolci da assaggiare sono la Sette veli, la torta di Prato, le pesche e i gli immancabili Biscotti. Il secondo giorno siamo a fare colazione nella Pasticceria Mannori e il titolare Luca ci dice che l’attività
esiste da quattro generazioni.
Il laboratorio si trova ad Agliana mentre annesso alla negozio c’è un reparto per le paste fresche, le brioche e i pasticcini. Luca Mannori ha vinto il titolo di Miglior Pasticcere del mondo con la Torta Sette veli e si e’ aggiudicato innumerevoli medaglie e riconoscimenti.
Si e’ particolarmente specializzato nella confezione di mignon, mono porzioni e torte piccole. A piedi arriviamo al Biscottificio Mattei fondato nel 1856.
La produzione fresca e’ affiancata dai prodotti destinati ad essere venduti fuori città. Elisabetta Bisbis nipote del fondatore ci illustra il dolce repertorio.
Vengono confezionati Biscotti di Prato, Filone ripieno di canditi e ciliegie, Mantovana, Pan Biscotto, Savoiardi, Schiacciata, la cassata Dai Dai, realizzata in simbiosi con una famosa gelateria di Castiglioncello, Brutti Boni, Pan di Ramerino e Pan Briosche.
Ci spostiamo in Piazza del Comune per la lavorazione live della pasta madre e l’illustrazione del Pane di Prato che ci dà Marco Bardazzi che macina e produce farine nel suo mulino di Vaiano, uno dei due in attività nel raggio di decine di chilometri.
A pranzo ci rechiamo alla Trattoria Soldano in centro vicino al bellissimo duomo. Crescente e Spaccadenti fatti con le rimanenze del pane, una insalata con la trippa e poi gnocchi su filetto di triglia.
Ci abbiniamo un Trebbiano Toscano.
Per secondo piatto una ottima tagliata con rucola e Parmigiano Reggiano a scaglie contornata con una eccelsa cipolla brasata: e vai di Carmignano.
Una deliziosa crema di panna cotta e uno zuccotto fiorentino chiudono il desinare abbinati ad un Vin Santo nel fiasco da mezzo litro con la paglia.
Nel pomeriggio visito il Castello Federiciano, quello costruito più a Nord durante il periodo imperiale conservato praticamente intatto: veramente molto suggestivo.
Alle 17,30 nel giardino Buonamici si tiene un interessante laboratorio sulla Mortadella di Prato che contiene alchermes nell’impasto con il risultato di dare un colore spiccatamente rossastro al salume.
Umberto Faedi
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