Vernio guarda verso Prato dalla parte più settentrionale della provincia. Situato sullo spartiacque dell’ Appennino Tosco-Emiliano, Vernio è un comune sparso che affonda le sue radici nell’accampamento romano che qui era sorto, il castra hiberna, da cui deriva il nome.
Un paese di montagna che da ben 440 anni ripropone una festa dedicata alla polenta dolce in ricordo di un evento storico. Un paese dove la cultura non è mai venuta meno e non a caso quest’anno ricorrono i 100 anni della Biblioteca Petrarca a cui faranno seguito una serie di eventi.
Come tutti i paesi di montagna Vernio nei secoli ha visto la castagna come fonte primaria di sostentamento. Un evento celebrato ogni anno ricorda proprio come in un greve periodo di carestia il signore del luogo, il Conte Bardi, fece distribuire al popolo polenta dolce, arighe e baccalà. Domenica 14 febbraio 2016 Vernio festeggerà per la 440ma volta il ricordo di quel giorno con la festa della Polendina o della Miseria organizzata dall’antica Società della Miseria di San Quirico.
La storia racconta che Prato il 29 agosto del 1512 fu saccheggiata dalle truppe spagnole, mandate da papa Giulio II in aiuto ai Medici che dopo la pausa Repubblicana erano in attesa di rientrare a Firenze. Dopo questo evento la carestia imperversò in tutta la zona. Così i conti Bardi, signori di Vernio, distribuirono generosamente alla popolazione, polenta dolce, insieme ad aringhe e baccalà.
Vernio ricorda l’evento con la distribuzione al popolo di polenta dolce preparati in grandi pentoloni sulla piazza di San Quirico di Vernio di fronte al Casone, oggi sede del Palazzo Comunale. Una festa che vede al lavoro più di duecento volontari per la preparazione e che ogni anno utilizza tra i 5 e i 6 quintali di farina di castagne tutta di produzione locale dei comuni della Val di Bisenzio.
Tradizionale la sfilata storica con centinaia di figuranti organizzata della Società della Miseria, dal gonfalone del Gruppo storico Conti Bardi e dalle bandiere con gli stemmi delle nove terre di Vernio (secondo un documento del XVIII secolo conservato nel Castello Guicciardini di Poppiano) a cui si associa la cerimonia di lettura della Pergamena, rigorosamente in rima, per ricordare il momento cui i Conti Bardi offrirono aiuto alle popolazioni .
Bancarelle di prodotti tipici e mercatini aumentano l’allegria della festa.
Roberta Capanni
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