Il 2019 è l’Anno Nazionale del Turismo lento, come il 2018 è stato quello del Cibo italiano e il 2017 quello dei Borghi e l’aspetto gastronomico non va trascurato.
Si tratta di iniziative promosse e patrocinate nel 2017 dall’allora Ministero dei Beni culturali e del Turismo, che mirano a valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile, favorendo esperienze di viaggio innovative: dagli itinerari culturali alla scoperta del patrimonio artistico dei piccoli comuni, dei borghi antichi, delle oasi naturali protette. Soprattutto attraverso itinerari che favoriscano un turismo rispettoso dei territori e dell’ambiente, come possono essere quelli visitabili senza l’uso dell’automobile: dalle ciclovie ai viaggi a cavallo ai treni storici alle navigazioni fluviali.
Cambiare il modo di viaggiare permette di cogliere molti particolari del paesaggio. È anche una nuova maniera di interpretare la gita giornaliera o la vacanza breve, soprattutto molto conveniente ai giovani e alle famiglie.
Certo, ci si può creare autonomamente il circuito da realizzare, avvalendosi delle Guide che appositamente sono fiorite nell’Editoria, tuttavia non mancano Agenzie che curano l’organizzazione di itinerari, offrendo pacchetti “tutto incluso”, ossia visite nei dintorni e possibilità soggiornare in alberghi diffusi, in B&B familiari, in fattorie didattiche, o quant’altro possa caratterizzare la gita vacanziera in un’esperienza unica, da restare nella memoria.
Rientra nel turismo lento anche il turismo lungo i corsi d’acqua.
Idea promossa anche da una società di organizzazione di viaggi che da aprile ad ottobre offre l’affitto di imbarcazioni per mini crociere, autogestite, alla scoperta delle isolette sperdute della laguna veneto-friulana, tra Marano, Caorle e Grado (https://www.houseboat.it/modelli-barche).
Secondo lo studio “Destinazione Slow Up” del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste (fonte: https://oggiscienza.it/2019/03/15/slow-tourism-turismo-lento/), le caratteristiche devono essere:
– Contaminazione: stimolano le interazioni con la comunità ospitante.
– Autenticità: esaltano le specificità dei luoghi.
– Sostenibilità: minimizzano l’impatto sull’ambiente.
– Tempo: richiedono una programmazione rivolta al miglioramento della qualità.
– Lentezza: privilegiano ritmi non frenetici.
– Emozione: coinvolgono in un’esperienza multisensoriale.
Il turismo lento, insomma, sarebbe dedicato più alla conoscenza del territorio ed alla percezione cognitiva delle esperienze personalizzate, più ricche di significato rispetto ad ogni altro tipo di turismo.
L’aspetto enogastronomico, però, non viene mai trascurato, gli amanti del turismo lento spesso prediligono percorsi che prevedano tappe o mete dove possono scoprire cibi a chilometro zero.
Maura Sacher
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