Domani mercoledì 12 marzo alle ore 21 nella Sala Gianassi della Circoscrizione Sud, in via delle Badie a Prato si apre il ciclo di seminari su «L’arte della panificazione. Condividere una passione», Interverranno i protagonisti del ciclo del pane, dall’agronomo al mugnaio al fornaio
Ma protagonista in assoluto è la “Bozza” Pratese, un tipo di pagnotta a forma squadrata che lo fa assomigliare a quelle pietre lavorate usate in muratura, con crosta di colore bruno scuro spolverata di farina bianca, dall’aspetto rustico e croccante, idonea ad accompagnare i cibi saporiti della cucina tipica toscana e pratese in particolare, tra cui la bruschetta con l’olio extravergine di oliva.
La Bozza vanta una tradizione storica ultracentenaria: già nel XVI secolo veniva venduto sulle bancarelle del mercato di Firenze al grido di “Pane di Prato”. I Medici, al tempo della loro permanenza nelle ville di Poggio a Caiano e Artimino, l’avevano assunto per rifornire le nobili dispense.
E, parlando di antica tradizione, non si può fare a meno di citare il progetto “La memoria dei semi”, promosso dal Comune di Prato grazie al contributo dell’Associazione La Piazzoletta che ha dato in custodia gratuitamente all’Amministrazione Comunale i grani antichi attualmente in coltivazione presso il Podere delle Polline alla Cascine di Tavola.
Secondo gli esperti, quello del pane sembra essere un segmento in crescita, con buone prospettive di creare interessanti sbocchi occupazionali e di offrire, in questa nicchia di mercato, nuovi posti di lavoro.
Uno stimolo motivazionale potrebbe sopratutto l’orgoglio di non dimenticarne la fama del passato.
Come per i genuini produttori di vino e di olio, così anche i fornai investono la loro emozione e affettività nella consapevole realizzazione di un valore che si tramanda fin dalle remote origini dell’umanità, in quel prezioso alimento frutto del “sudore della fronte” e quasi sempre vero elemento di identità della cultura enogastronomica tramandata da generazioni.
Maura Sacher
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